venerdì 11 novembre 2011

Servizio clienti Vodafone...

-- Servizio clienti Vodafone, ci può dedicare qualche secondo?

-- Certamente, con piacere.

-- Qual è il suo attuale operatore per il telefono di casa?

-- Guardi, in realtà l'abbiamo cambiato recentemente e siamo ancora sotto vincolo, ma questo è secondario.  Il fatto importante è che, come ho già segnalato ai suoi colleghi in altre occasioni, recentemente è spuntata una vostra stazione radio base a duecento metri dalla scuola di mia figlia e, finché quell'antenna non sparisce, né io né mia moglie abbiamo intenzione di usare Vodafone.

-- Capisco, signore.  Arrivederci.  [Click]

Eh, beh: son soddisfazioni.

mercoledì 2 novembre 2011

Partecipate ...

I gruppi di opposizione "Insieme per Due Carrare" e "Prima Due Carrare" hanno organizzato questa serata per presentare alla popolazione com'è nata la storia dell'aviosuperficie di Cornegliana.
Inoltre hanno deciso di dar voce ad un comitato di cittadini, i quali racconteranno le loro vicissitudini trascorse sia in fase di costruzione che di apertura della tensiostruttura per macchinine radiocomandate ... sempre a Cornegliana.

sabato 22 ottobre 2011

Il nuovo campo da calcio di Terradura




Pubblichiamo di seguito l'interrogazione fatta dalle opposizioni durante il consiglio comunale del 26 settembre scorso e la relativa risposta dell'Amministrazione a proposito dell'inaugurazione del nuovo campo da calcio di Terradura.






sabato 8 ottobre 2011

Le regole valgono solo per gli altri?

Anche se con qualche giorno di ritardo, trovo il tempo di riferire brevemente sulle due riunioni del Comitato di Redazione di "Due Carrare Notizie" (nel seguito CdR) che si sono tenute gli scorsi 12 e 19 settembre.

Nel corso della prima riunione sono emerse sostanzialmente due cose.  La prima è che abbiamo avanzato spazio: anche una volta ospitati tutti i contributi inviati, rimanevano due facciate libere.  Abbiamo deciso perciò di "allentare" un po' la rigidità che ci eravamo imposti a proposito del rispetto degli spazi concessi.

La seconda cosa è che il contributo del gruppo di maggioranza occupava tre pagine e mezza, invece delle due riservate ai gruppi consiliari.  Burattin e Vason hanno proposto di "condividere" come Giunta una parte di quel contributo, ma il CdR ha respinto la proposta, ribadendo la diversa natura degli spazi riservati alla giunta e di quelli riservati ai gruppi consiliari: i secondi ospitano la dialettica politica tra i gruppi, mentre i primi sono riservati alle comunicazioni istituzionali.  Di conseguenza, il Direttore responsabile Ghedin si è impegnato a riassumere l'articolo di Bedorin per farlo entrare nelle due pagine a disposizione, mentre si è deciso di dare lo spazio "avanzato" a Burattin per spiegare il "patto di stabilità".

Le sorprese sono iniziate durante la seconda riunione, caratterizzata tra l'altro da molte assenze tra i redattori "di maggioranza" (non c'erano né il Sindaco né il Direttore: oltre ai tre redattori nominati dai gruppi di opposizione e all'assessore Burattin erano presenti soltanto Mauro Crivellari e Alessandra Urso).  Abbiamo notato che la "spiegazione" di Burattin conteneva un po' troppe "frecciate" all'opposizione per poter essere veramente ritenuta "istituzionale" a tutti gli effetti.  Abbiamo anche notato che è comparsa una pagina intestata alla Giunta nel suo insieme ma, nella bozza che avevamo in visione, erroneamente e eloquentemente firmata dal Gruppo consiliare 'Due Carrare per il futuro': il sospetto inespresso è, naturalmente, che si tratti di una "vasca di espansione" per la parte dell'articolo di Bedorin che non ha trovato spazio dove avrebbe dovuto.  Ma queste due cose sono passate in secondo piano di fronte alla considerazione che l'articolo di Giampietro Crivellaro commentava il Consiglio comunale del cinque settembre.

Vale la pena di spiegare dove sta il problema (e mi scuso per le ripetizioni con il precedente post).  Il termine per la consegna degli articoli al notiziario era il 29 agosto.  Il nostro capogruppo ha chiesto una proroga per poter eventualmente scrivere qualcosa a proposito delle osservazioni al Piano degli interventi (che potevano essere consegnate fino al 4 settembre): il Sindaco ha risposto che era assolutamente impossibile prorogare i termini oltre il due settembre. Ecco perché è stato quantomeno curioso leggere, nell'articolo di un assessore, commenti sul consiglio del cinque.  Sulle prime, i tre redattori "di opposizione" hanno naturalmente proposto di cassare completamente il pezzo, ma poi si è deciso di tagliarne solo la seconda parte (per la precisione, tutto quanto veniva dopo "San Pietro Viminario"), sia per non lasciare una pagina completamente vuota (preoccupazione estetica giustamente sollevata da Alessandra Urso), sia perché tutto sommato la prima parte dell'articolo poteva essere considerata "istituzionale".  Vale la pena di segnalare che, forse credendo di rendere meno grave la "violazione" di Crivellaro, Catia Bertipaglia (della segreteria del Comune) ha comunicato ai redattori che anche i contributi di Garbo e di Paggiaro sono arrivati in redazione oltre i termini, rispettivamente il 7 e l'8 settembre.

In seguito, dato che il contenuto della parte "tagliata" dava adito al sospetto che Crivellaro potesse conoscere il contenuto delle pagine riservate ai gruppi consiliari (che per prassi, proprio per evitare cose di questo genere, consegnano il loro contributo all'ultimo momento utile), abbiamo aperto una discussione sulla necessità di impedire che qualcuno possa scrivere un contributo basandosi sul contenuto di altri.  Credo che sia evidente che non si tratta soltanto di un capriccio, ma che, al contrario, poter leggere gli articoli degli altri gruppi consiliari prima di scrivere il proprio costituisce un vantaggio notevole e completamente indebito.  Credo anche che in un paese civile, popolato da persone con il giusto senso di onestà e di rispetto per gli altri, non ci sarebbe nemmeno bisogno di intavolare una discussione di questo genere; in ogni caso, non siamo riusciti a trovare una soluzione immediata, per cui l'argomento è rinviato alle prossime occasioni.

Qui si conclude il resoconto delle due riunioni del Comitato di redazione, ma purtroppo non lo sviluppo del 'caso Crivellaro'.  Nella mattinata di venerdì 23 settembre, mentre ero a Pernumia per la vicenda della C&C (e mi piacerebbe riferire anche su quella, ma il tempo purtroppo è quel che è), ho ricevuto una telefonata di Crivellaro che protestava perché considerava "eccessivo" il taglio operato dal CdR. Vale la pena di aggiungere, a titolo di curiosità, che tra gli argomenti che Crivellaro ha portato a difesa del suo articolo c'è stato il fatto che non poteva non scriverlo così, visto (!) quanto era stato scritto da Pierangela Negrisolo nelle pagine riservate al gruppo "Prima Due Carrare". Gli ho risposto che, indipendentemente dal fatto che potessi essere d'accordo o meno, la decisione ormai era stata presa e che modificarla avrebbe potuto generare troppe conseguenze spiacevoli (per dirne una, i gruppi consiliari di minoranza sarebbero stati legittimati a chiedere uno spazio per ulteriori contro-risposte).  Ritenevo che la vicenda fosse esaurita così, ma era soltanto una pia e democratica illusione.

Alle 12.45 dello stesso giorno, i redattori hanno infatti ricevuto un'e-mail da Catia Bertipaglia, in cui proponeva "l'articolo dell'Assessore Crivellaro sostitutivo del precedente".  Naturalmente, era una forma diversa da quella decisa dal CdR e sorprendentemente simile a quella che Crivellaro mi aveva chiesto telefonicamente di pubblicare.  A poca distanza, alle 15.27 è arrivata un e-mail di Graziano Burattin, che proponeva di accettarlo 'visti i "non evidenti" tanti ritardi di altri articoli' (la solita aberrante linea di pensiero: se tutti rubano, non vorremo mica continuare a perseguire il furto, vero?).  Per problemi di rete non sono riuscito a leggere questi due messaggi prima di lunedì 26, quando (alle 13.39) ho risposto come avevo già fatto a Crivellaro; che mi risulti, l'unica risposta oltre alla mia è stata quella di Mauro Crivellari (alle 16.28 dello stesso giorno), che naturalmente approvava la versione "modificata" (del resto, già in CdR era tendenzialmente contrario al "taglio", quindi non c'erano novità di rilievo).  Ancora una volta mi illudevo che la cosa sarebbe finita lì; ancora una volta sbagliavo.

Arriviamo così al Consiglio comunale di martedì 27.  Tra le interrogazioni presentate dal nostro gruppo, ce n'è stata anche una proprio sul rispetto delle scadenze per il notiziario.  Più ancora dell'interrogazione in sé (sostanzialmente riassunta nel post 'A risposta, domando') e della risposta del Sindaco (il quale sostanzialmente riferiva che il CdR stava già discutendo dell'argomento), è significativa la reazione dell'assessore Paggiaro. Nel momento in cui ha sentito dire che il suo articolo era stato ricevuto il sette settembre, infatti, Paggiaro si è messo a tentare di interrompere Andrea Rosina, che stava leggendo l'interrogazione, berciando e apostrofandolo con frasi sul tenore di "Non è vero niente!", "Informati!", "Stai dicendo il falso!".  Per fortuna questa desolante esibizione di pochezza è stata fermata dal vicesindaco Garbo, che ha messo sotto il naso di Paggiaro il verbale del CdR, ottenendone l'immediato azzittimento.  Paggiaro, a onore del vero, si è scusato con Rosina per la sua intemperanza, ma ciò non elimina una domanda: con che faccia una persona può fingere pubblicamente di indignarsi per la verità?  Si rende conto Paggiaro che il suo atteggiamento e la sua reazione scomposta sono, a tutti gli effetti, una vera e propria menzogna e una vera e propria presa in giro degli elettori?  (Del resto, quella di mentire agli elettori probabilmente è soltanto una questione di stile: non più tardi del 20 settembre, a Cornegliana, il Sindaco ha detto che l'osservazione sull'aviosuperficie  era stata presentata da "un privato": peccato che i documenti della provincia dicano che l'osservazione sia stata presentata da lui.  Ma, come si dice, questa è un'altra storia.)

Sia com'è, probabilmente qualcuno deve essersi offeso per il fatto che abbiamo osato mettere in discussione il diritto di Sindaco e assessori di non rispettare le regole che loro stessi impongono.  Infatti due giorni dopo, il 29 settembre, i componenti del CdR hanno ricevuto un'e-mail da Catia Bertipaglia, firmata dal Sindaco Vason, che potete vedere con i vostri occhi.



Aperto l'allegato e letta la forma autorizzata dal Sindaco, è stato evidente che il testo della sua e-mail era impreciso.  Il testo sarebbe dovuto infatti essere:



(A onore del vero era stata cancellata una riga e mezza dalla versione del 23 settembre.  Ma il messaggio è stato forte e chiaro lo stesso.)


Tutto ciò, oltre a uno spiacevole e tracimante senso di indignazione e disgusto, causa una serie di domande alle quali sarebbe molto bello ricevere una risposta.  Perché le regole che valgono per tutti non devono valere per chi le stabilisce?  Quale strano meccanismo induce gli amministratori eletti dai cittadini a pensare di avere più diritti dei loro elettori? Perché è normale che un politico consideri gli elettori al suo servizio, invece che considerarsi al servizio dei suoi elettori?  E, per limitarsi al caso specifico: a che cosa serve un comitato di redazione, se poi le sue indicazioni vengono bellamente e protervamente ignorate?

Ora, mentre vi scrivo, non so che seguito avrà questa vicenda; mi sento però di dire che sia la lista civica 'Insieme per Due Carrare' sia i redattori "di opposizione" del CdR faranno il possibile per dargliene uno.  Vi terremo aggiornati.

martedì 27 settembre 2011

A risposta, domando!


Se qualcuno di voi ha tra le mani il “Due Carrare Notizie” del giugno 2010, dia un’occhiata a pagina 8.  Vedrà che l’assessore Burattin esponeva con precisione una serie di “chiarimenti” su “notizie infondate” a proposito dello sforamento del Patto di stabilità.  Scorrendo con pazienza tutto il resto del notiziario, troverà le “notizie infondate” in questione (che peraltro, incidentalmente, non erano per nulla infondate) solo a pagina 27, tra le pagine riservate ai gruppi di opposizione.  Mentre vi scrivo non ho sottomano altri esempi altrettanto evidenti, ma quella non è stata la prima volta in cui le prime pagine (riservate alla giunta comunale) contengono le risposte a domande che vengono poste nelle ultime (riservate ai gruppi consiliari).

La cosa più antipatica della vicenda è il modo in cui questo può succedere.  In effetti, spesso i contributi di alcuni assessori “non sono ancora pronti” alla scadenza in cui devono essere consegnati gli articoli da pubblicare (scadenza che, naturalmente, i gruppi di opposizione rispettano scrupolosamente per evitare di essere esclusi dalla pubblicazione).  Evidentemente, ciò permette loro di prendere agiatamente visione delle questioni sollevate nelle altre pagine e di rispondere comodamente e nel modo più conveniente.

Non sto semplicemente avanzando ipotesi malevole. La scadenza per l’ultimo numero del notiziario era il 29 agosto. Avevamo chiesto come gruppo consiliare una proroga al sei o sette settembre per poter attendere la presentazione di tutte le osservazioni al Piano degli interventi, ma ci è stato concesso di ritardare la consegna “al massimo” al 2 settembre. Ebbene (seguirà il mio resoconto delle riunioni del Comitato di Redazione): l’articolo di Garbo è arrivato il 7 settembre, quello di Paggiaro addirittura l’8. L’assessore Crivellaro, nel suo articolo, faceva riferimento a quanto avvenuto nel Consiglio comunale del 5 settembre (ben oltre la scadenza): poiché il Comitato di Redazione ha deciso di tagliare tale parte, ha protestato dicendo che non poteva non farlo, “visto” quello che era stato scritto nelle pagine di uno dei gruppi di opposizione. Non solo: nei giorni successivi si è addirittura proposto di “adattare” l’articolo di Crivellaro, andando così contro la decisione dello stesso Comitato di Redazione.

Ci si potrebbe certamente chiedere: se esiste una scadenza, non sarebbe rispettoso per tutti e nei confronti di tutti fare in modo che essa debba valere per tutti e non solo per alcuni? E’ troppo chiedere di non pubblicare articoli che parlino di avvenimenti successi dopo la scadenza della consegna dei contributi stessi?  Non voglio farne una grande questione di principio, per carità; ma se l’andazzo continuerà a essere questo, forse conviene abituarsi a sfogliare il notiziario come un Manga giapponese, dall’ultima pagina alla prima. In questo modo si potranno perlomeno leggere le domande prima delle risposte.

giovedì 22 settembre 2011

L'aviosuperficie di Cornegliana




Un anno fa salì agli onori della cronaca la vicenda dell’antenna di telefonia mobile di Terradura. Sbucata dalla sera alla mattina, all’insaputa dei cittadini, a poca distanza da case, scuola materna e scuola elementare grazie al silenzio tenuto dall’Assessore all’ambiente nonché vicesindaco, che gestì in modo superficiale e incoerente la faccenda. È appunto trascorso un anno dopo la mobilitazione, le promesse di porre rimedio, di un possibile trasferimento, di un Piano per le Antenne di cui non si ha notizia, del promesso costante monitoraggio delle emissioni che si è interrotto ai primi di giugno senza alcun preavviso né motivazione apparente.

Forse per ricordare quegli eventi il sindaco ha voluto ricreare condizioni simili per l’aviosuperficie di Cornegliana, un’altra vicenda che evidenzia la superficialità e la pericolosa improvvisazione con cui il Sindaco Vason sta amministrando il nostro Comune.

Un privato cittadino presenta un’osservazione al PATI (Piano di Assetto del Territorio Intercomunale) del Conselvano e lo fa direttamente in Provincia, non in Comune dove poteva essere vista anche dai consiglieri comunali. L’osservazione viene istruita sotto il profilo tecnico e ritenuta “tecnicamente” accoglibile perché compatibile con il PATI (?). Ciò non ne comporta però l'accoglimento e l'approvazione: questi due passi avvengono infatti al tavolo della Conferenza dei Servizi Confermatoria, nella quale siedono i sindaci del comprensorio (cioè una sede prettamente politica).

Avete presente il detto “Io non c’ero e se c’ero dormivo”? Ecco: il Sindaco Vason ora ci viene a dire che è contrario all'insediamento di questa aviosuperficie; poiché era presente a quella Conferenza, resta soltanto da pensare che dormisse. Eppure aveva tutte le motivazioni per opporsi all’approvazione dell’osservazione: si tratta di un'area agricola di pregio e di massima tutela, vicina a siti di interesse anche ambientale... se solo si fosse opposto, probabilmente la faccenda si sarebbe chiusa lì. Invece no! Il sindaco va in Conferenza il 7 luglio scorso (solo 10 giorni dopo l’adozione del Piano degli Interventi) e approva l’insediamento di un’aviosuperfice nella campagna di Cornegliana!

Non basta. I titolari della più piccola aviosuperficie di Pozzonovo dichiarano alla stampa che è un anno e mezzo che hanno intavolato il discorso con l’Amministrazione. Ci viene il dubbio: un anno e mezzo fa si era nel pieno della campagna elettorale; potrebbe essere questa la ragione per la quale i cittadini di Cornegliana non ne sono venuti a sapere nulla fino a adesso?

Questa dichiarazione, se ce ne fosse stato ulteriore bisogno, è la conferma della assoluta mancanza di trasparenza di questa amministrazione e del valore che Vason dà all’interesse pubblico e alla tutela dei cittadini e del territorio. Infatti solo quando il Piano degli Interventi è pronto per essere portato in Consiglio Comunale per l’approvazione definitiva e per l’esame delle osservazioni emerge l’affaire aviosuperficie: dopo tanto silenzio... il botto!

Ed eccoci ai giorni nostri. I cittadini non la vogliono e lo dicono chiaro nella tardiva e frettolosa assemblea convocata dal Sindaco. Così, improvvisamente anche Vason non la vuole più! Ce ne compiaciamo e ci auguriamo che sia vero anche che la struttura non interessi veramente più (per lungaggine dei tempi e decorrenza dei termini) anche al privato che l’aveva chiesta. Ma intanto la previsione è nel PATI, la richiesta di inserimento nel Piano degli Interventi c’è e dovrà essere esaminata e votata dal Consiglio Comunale. Il Sindaco Vason voterà davvero contro? Vedremo. Se lo farà potremo parlare di un tardivo ravvedimento operoso, ma questo non cancellerà il suo precedente voto favorevole espresso in sede provinciale. Per risolvere definitivamente la questione il Sindaco dovrebbe fare in modo che il PATI sia coerente con il PAT: solo in questo modo si eviteranno probabili, o possibili, contenziosi giudiziari di cui sinceramente non sentiamo il bisogno.

mercoledì 31 agosto 2011

Viabilità creativa

L'incrocio di via Saline con la pista ciclabile di via Figaroli: un'alternativa low-cost alla roulette russa

La prima foto ritrae il (nuovo) "ponte dell'Albera", all'incrocio tra via Figaroli e via Saline. Certamente non si tratta dell'incrocio più trafficato del Comune, ma è comunque un punto a suo modo "nevralgico": via Figaroli, infatti, è la strada che percorre naturalmente chi da Mezzavia e Terradura vuole raggiungere il Capoluogo. L'Amministrazione in carica ne è ben conscia, tanto che ha speso un'importante quantità di denari per realizzare una pista ciclabile, che attualmente porta dall'incrocio di via Figaroli e via Campolongo fino al cavalcavia di san Pelagio, ma che nelle intenzioni di Vason & Co. dovrebbe raggiungere presto Mezzavia. Ricordiamo che, secondo le dichiarazioni di Burattin, la farmacia di Terradura è stata venduta proprio per finanziare il completamento di quest'opera: in effetti, come mi ha fatto notare un consigliere per il quale ho molta stima, le piste ciclabili possono salvare vite e salvare vite non ha prezzo.

Devo confessarlo: anche se sono tendenzialmente d'accordo con il consigliere di cui ho parlato, tendo a essere molto critico nei confronti delle piste ciclabili, o, per meglio dire, di come queste opere vengono realizzate in Italia. Ho viaggiato e viaggio molto in bicicletta e ho constatato che spesso, anche in presenza di una pista ciclabile, tendo a percorrere la strada carrabile e a ignorarla: infatti, percorrerla significherebbe dover compiere un percorso a zig-zag (per girare attorno a proprietà e strutture preesistenti), tremando ogni volta che passo di fronte a un passo carraio (chi esce dal cortile di casa propria in genere si guarda attorno solo di fronte alla strada, considerando la pista ciclabile come un inutile orpello), spesso essendo costretto a attraversare la strada più volte (perché si ritiene normale, se non c'è più spazio da una parte, proseguire la pista dalla parte opposta: si pensi a ciò che accade dalle parti dell'Aeroporto di Padova) e dando la precedenza a qualsiasi altra cosa ogni ventina di metri o giù di lì (la pista ciclabile di Chiesanuova, a Padova, in circa tre kilometri ha trentatré incroci, ognuno con il suo bello stop per le biciclette). Aggiungiamo che se un TIR mi trita sull'attraversamento di una pista ciclabile ha pure ragione lui (qualcuno ricorda il caso di Alessia Brombin?), mentre se mi buttano nel fosso mentre sto pedalando sulla strada carrabile il Codice dà ragione a me (il che, ne sono ben conscio, è comunque una magra consolazione). Certo, ho ben presente che se ho un incidente mentre ignoro deliberatamente la presenza della pista ciclabile, il pirata e l'amministratore di turno possono sentirsi sollevati, un po' come se fossi andato a cercarmela: in realtà, probabilmente, è proprio questo sollievo, per un amministratore, a non avere prezzo.

Così conteso tra due opposte linee di pensiero, ho deciso di ripercorrere la pista ciclabile di via Figaroli per cercare di farmi un'idea un po' più chiara. Certo, a parte qualche sballottamento dovuto al fondo ondeggiato (mi verrebbe quasi da dire "zigrinato"), a parte i consueti brividi gelati lungo la schiena ogni volta che passo, rallentando, di fianco alla luce lampeggiante di un cancello automatico, a parte un breve momento di dubbio di fronte alle Querce (che faccio, attraverso gridando banzài o mi butto direttamente in rotonda venendo dal lato sinistro della strada?), la pista non è affatto male.

Poi arrivo all'incrocio con via Saline e, incredulo, mi fermo.

Guardate la seconda foto. Sappiamo bene tutti che c'è via Saline, lì. Ma qualcuno che venisse da fuori e che volesse esplorare le splendide piste ciclabili del nostro Comune non sarebbe tenuto a saperlo. E lì, in quel punto, non sospetterebbe nemmeno della sua esistenza: a destra ci sono erbe un po' alte al bordo della strada e non c'è nessun genere di segnaletica, orizzontale o verticale che sia, che segnala un'intersezione; l'impressione è che la pista ciclabile si stia allargando in una specie di piazzale (forse per servire l'ingresso carraio della bella casa gialla all'incrocio) e solo un occhio esperto, notando una striscia di asfalto più chiaro di traverso, può sospettare qualcosa di strano.

Appoggio la bici, scendo e do un'occhiata alle altre direzioni dalle quali si arriva all'incrocio.

Per le auto che arrivano da via Saline (terza foto) la situazione è sostanzialmente identica: l'impressione è che a sinistra ci sia un piazzale di poca o nessuna importanza e la pista ciclabile che viene da destra non è visibile praticamente per nulla. Niente segnala che ci sia qualcosa a cui fare attenzione, a parte lo stop all'incrocio con via Figaroli.

Per le biciclette che provengono dal capoluogo (quarta foto), la situazione è forse un po' migliore, ma ancora ben lontana dalla sicurezza. Dopo essere passati sopra il "vecchio" ponte dell'Albera (restaurato in modo decisamente apprezzabile, onore al merito) c'è un breve tratto asfaltato che finisce visibilmente in un incrocio (qui la striscia di asfalto chiaro è più visibile e più facile da interpretare come una strada). In ogni caso, resta una sensazione strana. Ci ho messo un po' a capire che cos'è, per cui ve lo propongo come gioco in stile de "la Settimana enigmistica": che cosa manca alle ultime tre foto?

La risposta è: la segnaletica. Non ci sono strisce per terra, non ci sono cartelli, non c'è nulla che faccia capire chi dovrebbe avere la precedenza tra le bici che percorrono la pista ciclabile e le auto che passano per via Saline. Certo, essendo in Italia siamo portati naturalmente a pensare che la precedenza spetti alle auto; ma che cosa penserebbe nella stessa situazione un turista danese, olandese o tedesco (ipotesi non troppo peregrina: le vicine Abano e Montegrotto ne sono abbondantemente frequentate), abituato a piste ciclabili dritte come una spada e con precedenza assoluta su qualsiasi altra cosa eccettuate le forze dell'ordine a sirene spiegate?

Sorvoliamo sulla presenza di un pilastro di cemento proprio in mezzo all'ultimo tratto della stessa pista ciclabile (ancora senza segnalazioni): anche se la prima impressione è di un miraggio o un'allucinazione, in fondo, una persona attenta sarà ben in grado di evitarlo. Segnaliamo invece che una cosa del tutto simile accade anche nel punto in cui la breve pista ciclabile di Terradura proveniente da via Foscolo si immette nel parcheggio dell'ex campo sportivo: anche lì non è chiaro chi abbia la precedenza e, sospettiamo, il problema diventerà sentito anche dall'altra parte del parcheggio quando (o forse dovremmo dire "se") la nuova lottizzazione inizierà a popolarsi.

Insomma: crediamo che prendere un po' di vernice bianca e aggiungere qualche riga di segnaletica per stabilire le priorità nei due o tre punti segnalati sia un'opera urgente e, tutto sommato, non particolarmente costosa. Vista l'importanza delle piste ciclabili per salvare vite, probabilmente sarebbe una buona idea occuparsene prima di avere un'Alessia Brombin tutta per noi.

martedì 19 luglio 2011

PIANO degli INTERVENTI “ISTRUZIONI PER L’USO” - Venerdì 22 luglio ore 21 c/o Casa dei Carraresi


GRUPPO CONSIGLIARE      “INSIEME per DUE CARRARE”
e

      Circolo  di Due Carrare del PARTITO DEMOCRATICO
Il Consiglio Comunale del 15 giugno scorso era stato convocato per l’adozione del Piano degli Interventi (strumento urbanistico generale che con il PAT costituirà il nuovo Piano Regolatore Comunale), a causa delle possibili incompatibilità degli amministratori sollevata da consiglieri dell’opposizione, la seduta è stata rinviata su richiesta del Sindaco. Solo quella sera, dopo mesi di gestazione del Piano, i consiglieri di “Futuro Insieme” si sono accorti del “problema” e per timore di un possibile ricorso al TAR, suffragato dal fatto che taluni di loro avrebbero potuto trarre un vantaggio dall’applicazione delle nuove norme, che avrebbe potuto portare ad un annullamento del Piano hanno chiesto un … supplemento di istruttoria. Nei giorni successivi hanno messo mano alle tavole del Piano per liberare le parti di territorio a loro riconducibili dai “benefici”, così facendo hanno però compiuto due errori: hanno dimostrato che le scelte precedenti erano evidentemente ininfluenti ai fini generali e, secondo, hanno tagliato anche aree non di loro proprietà sulle quali non avevano diritto di recedere rispetto a scelte già definite. Hanno creato una disparità di trattamento tra aree con le stesse caratteristiche.
Il 27 giugno, alle 6 di sera (l’orario sicuramente migliore per favorire la massiccia partecipazione dei cittadini), il Consiglio si è nuovamente riunito e, con 10 voti favorevoli, il Piano è stato adottato e assieme a questo 20 accordi pubblico-privato, oltre all’aumento del dimensionamento del Piano stesso che passa a circa 400.000 metri cubi residenziali da realizzarsi nei prossimi cinque anni!
Ora il Piano è già in pubblicazione e ci sarà poi tempo fino al 4 settembre per prendere visione delle carte e poter presentare osservazioni od opposizioni o anche richieste di correzioni di errori.
Per dare un concreto contributo al dibattito ed offrire ai cittadini un ulteriore strumento di informazione
VENERDI’ 22 LUGLIO 2011 - ALLE ORE 21,00
presso la Sala Salvan della Casa dei Carraresi
RIGUARDIAMOLO INSIEME E PARLIAMO DI:
PIANO degli INTERVENTI “ISTRUZIONI PER L’USO”
Mentre il sindaco propaganda “la nuova piazza verde (?) tra San Giorgio e l’Abbazia che potrebbe diventare il cuore delle attività ricreative e sociali della nostra comunità” vediamo solo un grande VUOTO spacciato per Parco Urbano circondato da altre enormi lottizzazioni che aumenteranno l’anonimato e il deserto di un CENTRO che non ci sarà!
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TUTTI I CITTADINI SONO INVITATI

giovedì 14 luglio 2011

Oops, I Did It Again!

Come Britney Spears, anche la nostra giunta "l'ha fatto di nuovo". Avevamo appena finito di lamentarci della loro tendenza a lavorare con tempi strettissimi (ancorché perfettamente legali e legittimi), quand'ecco che nella casella della posta troviamo due comunicazioni del Comune.

La prima è una lettera, datata ventinove giugno, spedita dall'assessore Romanato ai genitori delle scuole dell'infanzia del Comune per ricordare che c'è tempo fino al ventotto luglio per chiedere gli eventuali contributi comunali per ragioni di reddito. Beh, si dirà, qui il preavviso c'è, no? C'è, certo, ma c'è anche un dettaglio che non mi sembra del tutto trascurabile: per chiedere il contributo bisogna dimostrare di aver versato regolarmente tutte le rette dell'anno scolastico 2010-2011. Visto che la scuola dell'infanzia di Terradura, per dire, ha chiuso i battenti il ventiquattro giugno (sì, prima che la lettera di Romanato fosse scritta), viene un po' difficile ottenere la necessaria certificazione. Per carità, da quest'anno fanno fede anche le ricevute dei versamenti: così, invece andare a scuola e farsi rilasciare (in dieci minuti) una dichiarazione di tre righe, com'era richiesto di fare l'anno scorso, è ora possibile andare in banca e farsi maledire (per tre quarti d'ora) i morti dal cassiere di turno, al quale chiedere dieci dichiarazioni di avvenuto bonifico per gli altrettanti mesi di frequenza.

La seconda comunicazione è un volantino datato quattro luglio, nel quale il Comune invita la cittadinanza a due serate per la presentazione dei Piano degli interventi: a Terradura il sei e a Cornegliana il sette luglio. In più, si ricorda che c'è tempo fino al tre settembre per presentare eventuali osservazioni: tradotto in linguaggio corrente, se qualcuno ha preso impegni per dopodomani, o se prevede di andare in vacanza durante l'estate, poi non si lamenti.


Approfittiamo per un commento volante sulla risposta di Vason (Mattino del cinque luglio) al volantino del PD (ripreso dal Mattino del giorno precedente). Dopo aver aspettato fino alla fine di maggio per comunicare ai cittadini una difficoltà di bilancio che era nota da dicembre (Burattin dixit, come già sottolineato in questo post), le prime carte del bilancio sono state trasmesse ai consiglieri della minoranza il tre giugno, venerdì, in modo che abbiamo potuto chiedere i primi approfondimenti agli uffici soltanto il sei giugno. Il sedici giugno, dieci giorni dopo, cadeva la scadenza per presentare emendamenti: purtroppo non siamo in pensione e, avendo questa esecrabile abitudine di lavorare, non ci viene semplicissimo esaminare un intero bilancio, individuare i punti critici e presentarli in forma di emendamento nello spazio di un week-end.

Tutto ciò ricorda vagamente l'inizio dell'immortale Guida galattica per gli autostoppisti di Douglas Adams. Il protagonista aveva da poco scoperto che la sua casa doveva essere demolita per costruire una tangenziale. Il capocantiere, sordo alle sue proteste, gli faceva notare che i piani di costruzione erano disponibili al pubblico da tempo e il dialogo proseguiva:

-- Visibili?! Sono dovuto scendere nello scantinato per vederli!

-- Ma è quello l'ufficio di consultazione per il pubblico!

-- E si deve consultare con la torcia elettrica?

-- Oh, già, si vede che le lampade si erano fulminate.

-- Ma non mancava solo la luce. Mancava anche la scala!

-- Insomma, avete trovato i piani?

-- Sì, sì. Erano in fondo a un casellario chiuso a chiave che si trovava in un gabinetto inservibile sulla cui porta era stato affisso il cartello 'ATTENTI AL LEOPARDO'.

Peraltro, per pura pignoleria, precisiamo che abbiamo anche fatto qualche nostra proposta. Per esempio, avevamo chiesto di non vendere la quota restante della Farmacia di Terradura, visto che una corretta gestione di quell'esercizio avrebbe potuto portare utili perpetui complessivamente ben superiori al ricavato della vendita (del resto, se così non fosse, quale immortale ciula la comprerebbe?). Avevamo anche proposto di dare la precedenza, rispetto alla realizzazione della pista ciclabile di via s. Pelagio, all'acquisto di pannelli solari o di lampioni a LED che permettessero un risparmio nella spesa corrente negli anni a venire. Avevamo pure proposto di non aumentare le indennità di Sindaco e assessori. E non ci siamo fermati a questo: abbiamo evidenziato diversi punti sui quali si poteva intervenire per risparmiare. Il consueto voto unanime dei consiglieri di maggioranza ha però solidamente confermato l'interesse che questa amministrazione nutre per le nostre proposte (il quale interesse, se non si fosse capito, è pari a zero via zero costante, salva l'esternazione tramite i giornali locali di qualche salace commento sulla nostra millantata inattività).


Ma allora vogliamo davvero paragonare l'attuale giunta a Britney Spears? No: che diamine: la citata canzone della biondina americana si concludeva con l'ammissione "I'm not that innocent", non sono del tutto innocente. Si tratta di un livello di autocritica decisamente diverso, con buona pace di Tocqueville.


P.S.: Danilo, a proposito di Tocqueville, lascia che io ti dica una cosa che Andrea, essendo una persona molto, molto più urbana di me, non ti ha detto lunedì al Consiglio. Se non sai chi è, va' a dare un'occhiata su Wikipedia: ci sta anche che tu impari qualcosa di buono.

venerdì 24 giugno 2011

Per fortuna Burattin ha tutto ben chiaro

Di nuovo, come già in passato, dobbiamo tornare a una dichiarazione di Graziano Burattin (il nostro assessore esterno multifunzione preferito) ai giornali locali. Questa volta si tratta del Mattino, che riporta un articolo nel quale (citiamo) "Burattin ribatte all'opposizione di Due Carrare sui problemi del bilancio comunale e rilancia". Vediamo il rilancio (ma scegliamo solo qualche dichiarazione qua e là, perché altrimenti questa volta va veramente a finire che facciamo mattina).
Non è vero che mi sono accorto solo lo scorso aprile che i conti non tornavano, come sostiene il consigliere del Pd Andrea Rosina. I tagli alla parte corrente erano chiari al sottoscritto fin dall'approvazione della legge finanziaria. [...] Ho aspettato aprile per informare i cittadini della situazione.
Ecco: è difficile scegliere, vero. E' meglio un amministratore che non si accorge che i conti non tornano, o è meglio uno che se ne accorge in dicembre ma non dice nulla ai cittadini fino a aprile, anzi, fino al 30 maggio? Comunque sia, forse sarebbe carino sapere anche perché tu, Burattin, hai deciso di aspettare tanto prima di "informare i cittadini".
L'anno scorso in questo periodo, a spese personali, sono andato a Roma per partecipare alla protesta contro i tagli imposti dalla Finanziaria (...) non ho visto il consigliere.
Tralasciando il fatto che non c'erano proprio due persone per ridere a quella manifestazione, per cui il fatto che tu non abbia visto Rosina non è indice di qualcosa di definitivo, possiamo discutere sul fatto che tu ci sia andato "a tue spese"? Ammettiamo pure che tu non abbia chiesto il rimborso (non ci va di controllare: quando l'abbiamo fatto con il sindaco Vason, che ha dichiarato in sede di presentazione del bilancio di non aver chiesto rimborsi per missioni, ci siamo accorti che ha mentito in pubblico e ci siamo rattristati immensamente per non essere in un paese, tipo gli Stati Uniti per esempio, dove mentire agli elettori è considerato un crimine inferiore per gravità solo all'omicidio e a pochi altri); se non sbagliamo, però, in quanto assessore prendi un'indennità di circa un migliaio di euro il mese (a differenza dei consiglieri), che si somma alla tua pensione. Mi pare un "contributo spese" non indifferente.
Ho sempre chiarito che queste (derivanti dagli oneri di urbanizzazione, ndr) sono entrate aleatorie e che non dovrebbero essere inserite nella spesa corrente. In ogni caso anche nel 2010 le previsioni sono state abbondantemente rispettate.
Lasciamo perdere anche qui la precisazione che tali entrate sono aleatorie (viene il sospetto che prima o poi tu possa sentire il bisogno di sottolineare che l'acqua è bagnata, o che una rondine non fa primavera); siamo comunque felici che la tua sfera di cristallo funzioni così bene. Anzi, se puoi, prestacela sabato per una mezz'oretta, ché mettiamo al Superenalotto.

Restiamo comunque dell'opinione che (a) il trasferimento degli oneri di urbanizzazione nella spesa corrente sia una manovra alla quale bisognerebbe ricorrere solo in casi estremi (e facendo tutto il possibile per non averne bisogno l'anno successivo), non come prassi, e (b) visto come sta andando il mercato immobiliare (non so se l'hai notato: in giro per il Comune ci sono un bel po' di lotti non edificati e di edifici invenduti), basare una parte importante della programmazione del Comune su questi oneri non dia quel senso di fiducia e tranquillità che vorremmo da un serio bilancio di previsione.
Rosina confonde la realtà, quando asserisce che il Governo è mio amico politicamente. Io non sono mai riuscito a votare per Bossi-Berlusconi, nonostante le delusioni del centrosinistra.
Tranquillo, anche a noi d'Alema fa quell'effetto lì. Però un litigio con la moglie non è una ragione sufficiente per infilarsi nel letto di quella del vicino. Oltretutto, visto che i "padrini" elettorali della lista civica 'Due Carrare per il futuro' sono stati Maurizio Gasparri (PdL), Lorena Milanato (PdL), Raffaele Zanon (PdL), Leonardo Padrin (PdL), Maurizio Saia (PdL), Barbara Degani (PdL) e Vittorio Casarin (indovina un po': PdL! E forse ne dimentichiamo qualcuno, ma di questi abbiamo le prove) ci risulti un po' poco credibile quando ti offendi se si lascia intendere che potresti avere qualche amicizia dalle parti del partito di governo...
A livello locale appartengo a una coalizione eterogenea basata sulla fiducia personale per le cose da fare. [...] l'amministrazione Bergamasco non ha rispettato il patto di stabilità per tre anni consecutivi, 2003-04-05, pur disponendo di ben più sostanziosi trasferimenti dello Stato (1.907.185,11 euro nel 2005, contro i 956.410,54 previsti per il 2011) [...] l'amministrazione Vason è uscita dal patto di stabilità nel 2009 per il puntiglio di una signora (Pierangela Negrisolo, ndr), ora consigliere di opposizione, che ha impedito la devoluzione di un mutuo.
Com'è che quando si tratta di spiegarlo (anche se non troppo bene, magari) ai cittadini conosci perfettamente il patto di stabilità e, poi, improvvisamente, quando ne parli ai giornalisti fai finta di esserti scordato tutto? Sai bene che l'amministrazione Bergamasco ne è uscita a causa del recupero di tributi pregressi destinati a investimenti. Ci auguriamo che ti ricordi pure che, nonostante l'uscita dal patto di stabilità, quell'amministrazione non ha sentito il bisogno di aumentare il prelievo dai cittadini, cosa che invece mi pare che la tua amministrazione sappia fare abbastanza bene.

Oltretutto, non che Pierangela Negrisolo abbia bisogno di essere difesa, ma vorrei farti rilevare che all'epoca lei era una dei sette membri della giunta (assessore esterno proprio come te). O Pierangela ha delle doti paranormali di controllo delle menti, oppure la responsabilità delle sue azioni dev'essere condivisa, com'è normale, anche dagli altri sei. Tra l'altro, anche quella giunta era eterogenea quasi quanto questa e vediamo che ora non risparmi critiche e frecciate a chi ne faceva parte: è questo che intendi quando parli di "fiducia personale per le cose da fare"?

giovedì 23 giugno 2011

A proposito del senso delle istituzioni

Abbiamo già parlato del Consiglio comunale 'saltato' lo scorso 15 giugno. Abbiamo anche messo in evidenza i nostri commenti alla dichiarazione del sindaco Vason, il quale aveva comunicato di voler risolvere il problema dell'incompatibilità 'eliminando' dal Piano degli interventi, uno per uno, i lotti dei consiglieri e dei loro parenti (ma rassicuriamo tutti coloro che sono preoccupati per un territorio che si sviluppa a macchie di leopardo: siamo certi che i buchi saranno presto 'tappati' con qualche astuto stratagemma, tipo osservazioni che verranno approvate a posteriori). Il punto che però oggi ci pare più drammatico è un altro.

Per essere modificato, il Piano degli interventi sarebbe dovuto passare al vaglio della Commissione urbanistica, che in effetti è stata convocata per ieri, martedì 21. Nel frattempo, era anche necessario che la Conferenza dei capigruppo concordasse di convocare il Consiglio comunale lunedì 27 per la discussione del Piano: i capigruppo si sono riuniti lunedì 20. Risultato: è stato messo all'ordine del giorno del Consiglio comunale un documento che ancora non era stato approvato dalla Commissione urbanistica.

Purtroppo non si tratta di un episodio isolato. I capigruppo, sempre lunedì 20, hanno deciso anche di rinviare a martedì 28 il Consiglio per la discussione del bilancio, che originariamente era convocato per lunedì 27; in quell'occasione, i Consiglieri dovranno discutere una modificazione del regolamento (che meriterebbe una discussione a parte, visto che prevede che alcune agevolazioni alla Tariffa dei rifiuti vengano revocate e possano venire concesse su richiesta) che sarà discussa dalla Commissione statuto oggi, giovedì 23.

Aggiungiamo le ultime due ciliegine a questa torta spumosa e fumante. Il consiglio di lunedì 27 è convocato alle sei del pomeriggio, quello di martedì 28 alle sette della sera. Ci lascia perplessi constatare che un Sindaco tanto retto da rimarcare (giustamente) che non è dignitoso chiamare pubblicamente "ciccio bello" un uomo delle istituzioni non lo sia altrettanto da capire che è altrettanto poco dignitoso porre in discussione, a orari assurdi e con ritmi degni di Stakanov, documenti non ancora approvati.

Già Tocqueville aveva rimarcato la differenza tra la democrazia e la dittatura della maggioranza, e già altri hanno affermato che la civiltà sta nel fare "più del dovuto e meno del consentito". Ci addolora constatare che, invece, troppe persone si comportino esattamente al contrario, facendosi un punto di onore nel fare esattamente tutto quanto consentito (e se possibile un po' di più) e esclusivamente quanto dovuto (anzi, se possibile un po' meno).

lunedì 20 giugno 2011

Articoli sul Gazzettino e Mattino a proposito del consiglio comunale saltato

Il rapido "aggiornamento" del Consiglio comunale di mercoledì scorso per incompatibilità di alcuni consiglieri ha "fatto notizia", al punto di uscire sia sul Gazzettino (leggi) sia sul Mattino (leggi).

Dal momento che abbiamo trovato poco condivisibili le dichiarazioni di Vason apparse su entrambi i quotidiani, abbiamo chiesto (e ottenuto) spazio per una nostra precisazione, ancora una volta sia sul Gazzettino (leggi) sia sul Mattino (leggi).

Dichiarazione sui motivi dell’incompatibilità e dell’astensione della discussione del PI

Dichiarazione letta durante il consiglio comunale del 15 giugno 2011
(unico punto all'ordine del giorno il "Piano degli interventi", nel seguito PI, ndr)

In base alle norme tecniche allegate alla presentazione del PI, ed in particolare gli artt. 18 e 18.3.1, deduco che l’adozione del PI, oggetto del presente consiglio comunale, prevede un indiscutibile, a mio avviso, vantaggio per chi si trova ad essere nelle zone di edificazione diffusa Z.T.O. C1.

Il sottoscritto e alcuni parenti o affini fino al quarto grado abitano in una zona che il PI, in maniera conformativa, renderà Z.T.O. Inoltre, leggendo qualche sentenza del consiglio di stato sull’incompatibilità dei consiglieri comunali, se ne evince che la semplice presenza alla discussione, anche se il soggetto si astiene dal voto, rende nulla tutta la deliberazione del consiglio comunale e non solamente la parte in cui c’è incompatibilità.

Dunque, nel dubbio, sig. Sindaco e Segretario, preferisco astenermi dalla discussione del PI, non tanto per un interesse immediato, in quanto né il sottoscritto né i parenti, o affini sino al quarto grado, hanno presentato richiesta di costruire o accordi, ma principalmente per due ragioni:
  1. L'interesse è sicuramente diretto, anche se non immediatamente eseguibile;

  2. soprattutto, metterei a rischio la validità della deliberazione del Consiglio Comunale, poiché chiunque può usare questo cavillo per annullare l'intero Piano facendo ricorso.
Pertanto mi astengo dalla discussione del PI. Grazie.

Davide Moro

martedì 14 giugno 2011

Che magnifica vittoria

Che magnifica vittoria la partecipazione al Referendum! Il nostro comune è stato tra i primi come affluenza alle urne: 65,2%. Non è una vittoria della "sinistra": è una vittoria della società civile che, di fronte a temi che riguardano il bene comune, non si sottrae al diritto/dovere di esprimersi attraverso il voto.

A livello locale, come gruppo consiliare, desideriamo ringraziare in primis i ragazzi di Comunicamente.net, che si sono spesi sia a raccogliere le firme per l’acqua (più di un anno fa) sia a promuovere incontri di informazione con la popolazione. Inoltre desideriamo ringraziare tutti coloro che hanno contribuito a questo successo: i comitati referendari, i comitati locali (come il comitato spontaneo 100passi) e la Voce della Sinistra, da sempre presente sul territorio con materiale informativo. Infine, un ringraziamento anche al PD che nelle ultime settimane ha portato avanti una capillare campagna di informazione. Ma, soprattutto, grazie a tutti i carraresi che hanno votato, partecipando a questa meravigliosa manifestazione di democrazia.

Ora, non sappiamo come effettivamente verranno cambiate le leggi oggetto del referendum ma una cosa è certa: la volontà del popolo si è espressa senza ambiguità.

venerdì 10 giugno 2011

Domenica e lunedì si vota!

Vi ricordiamo che domenica 12 e lunedì 13 si vota. Non importa che cosa vogliate votare: andateci.

Nel caso che chiediate, noi voteremo quattro sì.

lunedì 6 giugno 2011

Una settimana importante

Segnaliamo due importanti appuntamenti di questa settimana:
  • venerdì 10, alle 21 nella sala civica "F. Pegoraro" di Mezzavia, l'amministrazione comunale replica (a grande richiesta di pubblico?) la serata di presentazione del bilancio di cui abbiamo già parlato nello scorso post;
  • giovedì 9, ancora alle 21 e ancora nella sala civica "F. Pegoraro" di Mezzavia, si terrà una serata di discussione sui quesiti referendari, per approfondire le ragioni del sì e del no.
A tale proposito, ricordiamo che domenica 12 e lunedì 13 si vota. Il governo ha deciso di tenere i referendum in una giornata diversa rispetto alle ultime elezioni amministrative (allo scopo di rendere più difficile il raggiungimento del quorum, dicono i maligni); questa decisione è costata allo stato una maggiore spesa di duecentocinquanta milioni di euro solo di "costi diretti". Invitiamo tutti a andare a votare, per fare in modo che questa spesa mostruosa non sia gettata al vento.

Di più, ricordiamo che l'astensione dal voto non è una forma di protesta o un modo raffinato per votare "no": è al contrario un segno forte di disinteresse per i quesiti oggetto di referendum. Il mancato raggiungimento del quorum non è la stessa cosa rispetto a una vittoria dei "no": è invece una delega in bianco lasciata al governo per decidere come meglio crede (che, tra l'altro, rimane valida anche nel caso che questo governo venga sostituito da un altro che la pensa in modo completamente diverso). Ora, i quesiti oggetto di referendum sono: se l'energia nucleare debba o no far parte del piano energetico nazionale; se la gestione degli acquedotti debba obbligatoriamente essere affidata a società private; se sia garantito un profitto minimo a chi gestisce la distribuzione dell'acqua; se la legge debba essere uguale per tutti. Se davvero non vi interessa che cosa vorrà fare il Governo (questo, il prossimo e tutti quelli a venire) a proposito di questi temi, allora non andate a votare. Altrimenti, andateci e votate secondo il vostro orientamento.

lunedì 30 maggio 2011

Presentazione del bilancio

Giovedì scorso, 26 maggio, si è tenuta presso la "Casa dei carraresi" la presentazione del bilancio di previsione per il 2011. Ai tavoli sul "palco" era seduto l'assessore multifunzione Graziano Burattin (titolare, oltre che della delega al bilancio, di quelle all'istruzione, all'edilizia privata e ai rapporti con l'ULSS: quando si è eclettici, si è eclettici), accompagnato dal sindaco Sergio Vason e dal vicesindaco Claudio Garbo.

La serata è stata decisamente lunga e, permettetecelo, piuttosto noiosa (d'altra parte si poteva immaginare che fosse così, data la natura estremamente tecnica di gran parte degli argomenti trattati). Tentiamo comunque di riassumere i punti essenziali della questione, per lo meno per come li abbiamo capiti; invitiamo fin da subito l'amministrazione a correggerci, se sbagliassimo qualcosa.

Iniziamo dal fatto che ci sono una serie di capitoli di spesa che non si possono aggirare in nessun modo, come per esempio gli stipendi dei dipendenti: è naturale che sulle spese di questo tipo non ci sia nulla da dire. Ce ne sono poi alcuni che possono essere "limati" a condizione di ridurre i servizi corrispondenti (per esempio: è possibile diminuire la spesa per lo sfalcio dell'erba negli spazi verdi pubblici, a condizione di sfalciarla meno spesso o non sfalciarla affatto). Ce ne sono poi altri che sono assolutamente volontari, cioè frutto delle scelte politiche dell'amministrazione (per esempio, la decisione di ripavimentare una piazza, o di restaurare un edificio comunale). Su tutto, pesa una notevole diminuzione dei trasferimenti da parte dello Stato (alla faccia dei benefici del tanto sbandierato federalismo fiscale), per cui far quadrare il bilancio è già difficile in sé e per sé, al quale bisogna aggiungere la complicazione del patto di stabilità (che opera per criteri piuttosto complessi, anche se meno illogici di quanto Burattin ha cercato di dipingerli nei suoi ripetuti tentativi di spiegarli). D'altra parte, ci si permetta di buttarla là, è facile amministrare quando ci sono pacchi di soldi: è proprio quando i soldi sono pochi che "si vede il manico"...

Tutto ciò premesso, ci pare che le questioni principali siano queste:
  • dovendo scegliere tra i servizi sociali e lo sfalcio dell'erba, il Comune "esternalizzerà" la gestione di quest'ultimo a PadovaTRE (sì, proprio quelli dei rifiuti), i quali ne suddivideranno i costi tra i cittadini aumentando la tariffa di igiene ambientale (la "bolletta dei rifiuti"; si dovrebbe parlare di una cinquantina di euro l'anno per famiglia) ;
  • è stata individuata un'entrata straordinaria (circa mezzo milione di euro, se non abbiamo capito male) nella vendita della Farmacia di Terradura (o, per meglio dire, della quota che ancora restava al Comune);
  • il patto di stabilità impedisce di contrarre un mutuo (che, sempre se non abbiamo capito male, dovrebbe essere di circa ottocentomila euro) per sostituire alcuni lampioni con altri più efficienti (LED) che consentirebbero un risparmio di diverse decine di migliaia di euro l'anno;
  • è in previsione il completamento della pista ciclabile in via san Pelagio, tra il Capoluogo e Terradura (circa quattrocentomila euro).
I nostri commenti si concentrano principalmente su questi quattro punti.

Prima di tutto, non possiamo che essere pienamente d'accordo con la decisione di non ridurre i servizi sociali finché questo sia possibile; siamo naturalmente consci che questo richiede decisioni "forti" per riuscire a sostenere il livello di spesa che questa decisione comporta. D'altra parte, ci sembra abbastanza preoccupante che sia l'anno scorso sia quest'anno il bilancio dipenda fortemente dalla vendita di proprietà comunali (il campo da calcio di Terradura, l'anno scorso, la farmacia quest'anno).

Perché si è ritenuto di alienare la quota comunale della farmacia di Terradura, quando bastava ritardare la pista ciclabile di un anno (anzi di sei mesi, visto che siamo già in giugno; anzi, anche meno, visto che i lavori si pagano dopo la loro conclusione e che per fare una pista ciclabile non bastano certo sei o sette giorni)? E allo stesso modo, perché preferire la realizzazione della pista ciclabile alla sostituzione dei lampioni (di alcuni, se non di tutti; gli altri verranno sistemati tra un anno, o sei mesi, o meno), visto che ciò comporterebbe un risparmio nella spesa degli anni prossimi? Capiamoci: non vogliamo assolutamente prendercela con gli incolpevoli ciclisti (che ci stanno anzi decisamente simpatici). Solo, ci sembra che se una famiglia è in difficoltà di bilancio, non dovrebbero esserci dubbi tra cambiare la vecchia automobile con una a metano (in modo da risparmiare sulle spese di gestione) e ridipingere l'esterno della casa perché l'attuale tinta è un po' scrostata.

In ogni caso, bisogna ammettere che quest'amministrazione ha operato le sue scelte e se ne sta impeccabilmente assumendo la responsabilità.

giovedì 26 maggio 2011

La moralità di un'Istituzione: ossia il comportamento democratico

Basta! Non se ne può più!

Le istituzioni devono rappresentare TUTTI i cittadini di una nazione indipendentemente dal loro credo religioso e politico. Per realizzare questo obiettivo le Istituzioni di un paese democratico devono far di tutto per apparire imparziali aprendosi a tutte le istanze che vengono a loro rivolte. La nostra massima istituzione è il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che persegue questo fine con il massimo impegno: e spesso vediamo la complessità e le inevitabili complicazioni che nascono nel perseguire questo obiettivo.

Un'istituzione che non segue questo semplicissimo fondamento di vita democratica è quella del Presidente del Consiglio. Non si può essere un'Istituzione dello Stato Italiano e contemporaneamente palesare una faziosità assoluta, spesso volgare, con toni caratterizzati da una violenza che lasci basiti. E ciò che mi rammarica è che il cattivo costume tenuto dall'Istituzione della Presidenza del Consiglio non venga denunciato e in qualche modo riportato in quell'alveo di moralità (in senso latino del termine, cioè costumi e comportamenti) di un paese democratico e di cui, sinceramente, si sente tanto il bisogno.

martedì 17 maggio 2011

Il gettone presenza per i consigli comunali del 2010

I consiglieri comunali quando partecipano ai consigli comunali hanno diritto ad un gettone di presenza. Pubblico il mandato di pagamento del gettone di presenza per i consigli comunali del 2010.

giovedì 5 maggio 2011

Incontri con l'autore ...

Il comitato spontaneo 100 passi ha organizzato due serate interessanti di incontri con l'autore presso la Sala civica “Fortunato Pegoraro” a Mezzavia Due Carrare (PD).

Il primo di questi incontri si terrà Venerdì 6 Maggio ore 21,00 e verrà presentato il romanzo “Cuori nel pozzo” pubblicato da Marsilio Editore (“Belgio 1956: Uomini in cambio di carbone”). Saranno presenti sia l’autrice del libro Roberta Sorgato che il gruppo musicale Officina Francavilla (vincitore della manifestazione Palco in Piazza a Due Carrare ).

Il secondo di questi incontri si terrà Venerdì 13 Maggio ore 21,00 e verrà presentato il romanzo “Linea di confine” pubblicato da Cleup (“C'è chi fugge in cerca di riparo, c'è chi ripara nella fuga”). Sarà presente l’autore del libro Vincenzo Carofiglio.

Per maggiori informazioni: http://comitatospontaneo100passi.weebly.com/

mercoledì 4 maggio 2011

TRICOlogia

È difficile trovare le parole per parlare dell’impresa edile TRICO; la ragione sta probabilmente nel fatto che la storia della sua attività nel nostro territorio è tutt’altro che quieta.

Per dire, una delle ultime azioni dell’uscente sindaco di Carrara Santo Stefano all’atto dell’unificazione (ricordiamolo: correva l’anno 1995) è un esposto proprio ai danni della TRICO perché, all’atto del collaudo, sono risultati nella zona artigianale di Cornegliana standard mancanti per complessivi seicento milioni di lire circa. Ne segue una vicenda giudiziaria articolata e che promette di protrarsi per molti anni. La vicenda si sblocca solo il 6 febbraio 2007, quando il Consiglio comunale riceve una proposta: la TRICO si impegna a realizzare opere di completamento per complessivi duecentomila euro (riconoscendosi così un premuroso “sconto” del 35%, contando la conversione tra lire e euro) e promette di “porre fine al contenzioso” tra impresa e Comune. Rileggendo i verbali, sembra quasi che l'Amministrazione Vason abbia presentato questa “offerta” come una specie di grosso favore che la TRICO faceva al Comune: infatti, il Consiglio comunale ha approvato la proposta il successivo 14 febbraio all’unanimità (ma i consiglieri di opposizione avevano lasciato l’aula in segno di protesta). Abbiamo recentemente tentato di appurare se, almeno, i lavori siano stati compiuti fino al raggiungimento della somma stabilita: l’impressione è che non sia ancora così.

Accanto a questi fatti, c’è anche uno strano clima di sospetto con cui alcuni residenti guardano la TRICO. Per esempio, abbiamo sentito raccontare di distributori di carburante aperti senza il collaudo dei vigili del fuoco, di misteriosi interramenti di materiali non identificati nella notte del sedici agosto, di piste per auto da rally realizzate in modo completamente abusivo, nonostante un’ordinanza di blocco dei lavori e in spregio totale alle forze dell’ordine venute per verificarne l’applicazione. Si tratta però di storie davvero improbabili (e, soprattutto, a cui è difficilissimo trovare riscontro), per cui devono essere considerate soltanto testimonianze di una situazione, come abbiamo detto, tutt’altro che quieta.


Sia com’è, questa stessa impresa l’11 settembre 2009 rivolge al Consiglio comunale una “richiesta di permesso a costruire”, completa di convenzione, nel quadro dei cosiddetti “accordi pubblico-privato”: al Comune potrebbe interessare ospitare un impianto coperto per modelli radiocomandati di automobili fuoristrada con motore a scoppio? In cambio, i carraresi potrebbero naturalmente avvalersi di tariffe agevolate. Anche la zona in cui collocare l’impianto è già individuata: c’è un triangolo di terra, di fianco all’ecocentro di Cornegliana, che il Piano di assetto territoriale (il Piano regolatore) assegna a “verde attrezzato” (zona verde nella figura qui sotto) e che cosa può essere più “attrezzante” di una pista coperta per modelli radiocomandati?


La proposta viene discussa il 30 settembre successivo: nel corso della seduta del Consiglio, il sindaco Vason precisa più volte che non si sta deliberando nulla di definitivo, ma soltanto un eventuale interesse di massima ai termini della convenzione nel caso che in futuro si decidesse di realizzare l’impianto in questione (non càpita, ma se càpita. . . ). Viste le premesse, non ci si può quindi meravigliare troppo che il Consiglio si esprima unanimemente a favore, maggioranza e opposizione.

Per qualche mese non succede più nulla; poi la Giunta comunale esprime il suo favorevole “parere di regolarità tecnica e contabile” il 20 aprile 2010. Il “permesso di costruire” viene dato dall’Ufficio Edilizia privata del Comune tre giorni dopo, il 23 aprile. Certo che, d’altra parte, con la sua unanimità, il Consiglio aveva espresso un tale interesse per la struttura che sarebbe stato davvero sgarbato non realizzarla al più presto, no?

Qualcosa, però, non convince i residenti nella zona. Uno di loro si procura i documenti relativi al progetto dell’impianto e, fotografie alla mano, evidenzia che la realizzazione non è conforme ai disegni approvati dal Comune. L’Ufficio tecnico comunale ha preso atto della cosa e provvede a verificare la posizione dell’edificio rispetto ai confini dei lotti: ne risulta una stima secondo la quale è abusiva una parte della superficie coperta, cioè il triangolo evidenziato nella figura qui sotto:


in pratica, il progetto (che pure era stato approvato dall’Ufficio tecnico comunale!) faceva leggermente “deviare” la linea di confine tra l’area verde e l’area agricola, di fatto “allargando” artificiosamente la zona disponibile per la costruzione dell’impianto. La notizia è riportata anche dal Mattino di Padova, in un articolo del 14 agosto 2010.

Di qui in avanti, gli eventi avrebbero dovuto seguire, a nostro avviso, una catena semplice, chiara e inevitabile: una volta che un abuso di questo genere viene accertato è necessario demolire la costruzione abusiva e provvedere al rientro nella norma nel minor tempo possibile (a meno che la demolizione della parte abusiva non comporti un danno inevitabile alla parte “conforme”). Questo sembra sia avvenuto, in parte, solamente in questi ultimissimi giorni (4 maggio 2011, ndr). A complicare tutto, lo scorso ottobre era stata avanzata alla Giunta comunale una richiesta di rendere “verde attrezzato” (o “attrezzabile”, nello spirito già esposto) anche la zona dietro il distributore di benzina, ragionevolmente per poter “spostare” la struttura in quella direzione. Chi obiettasse che quella zona è attualmente occupata, naturalmente non sbaglierebbe: la richiesta comprendeva infatti la proposta di spostare l’ecocentro in zona da definirsi, orientativamente verso via Saleto (in zona attualmente destinata a uso agricolo). Non ci risultano motivazioni (se non “per ampliare l’area a disposizione”, ma, per quanto ci è dato sapere, nessuno si è mai lamentato perché l’ecocentro è troppo piccolo; al più si potrebbe chiedere di potenziarlo aumentando il personale che ci lavora in modo da velocizzare il conferimento dei rifiuti portati dai cittadini...).

A questo punto i residenti della zona, scoperto questo sviluppo (lo ripetiamo: la notizia è recente, anche se la richiesta è di ottobre) e apparentemente non riuscendo a ricevere chiare notizie da parte di Sindaco, Giunta e gruppo consiliare di maggioranza, si sono rivolti all’opposizione per cercare di trovare qualcuno, all’interno dell’Amministrazione comunale, disposto a prestare loro orecchio. Ne sono nate alcune serate informali di incontro, nel corso delle quali abbiamo avuto occasione di esaminare con un po’ più di calma i progetti incriminati. Pur non essendo “tecnici”, ci ha subito colpito un fatto inequivocabile: le posizioni dei confini dei “lotti” nel progetto non corrispondono al Piano di assetto territoriale, come evidenziamo nella figura qui sotto.


In sostanza, la “solita” linea di confine tra area verde e area agricola non parte da dove dovrebbe, ma da diversi metri più a sud, che, per inciso, è anche questa volta a vantaggio dello spazio disponibile per l’impianto.

Naturalmente abbiamo immediatamente girato le nostre perplessità all’Ufficio tecnico del comune. Ne abbiamo ricevuto una risposta sorprendente: in effetti c’era stato nel passato un errore materiale nella delimitazione dell’ecocentro e, dal momento che la TRICO ha tracciato il confine dell’area verde basandosi sul confine dell’ecocentro stesso, l’errore c’è, ma è stato commesso in buona fede, quindi bisognerà trovare il modo di “sanarlo”.


Ho riscritto almeno tre volte il finale di questo post.

Sulle prime avevo tentato di buttarla sull’ironia, facendo notare che tutti gli “errori” di questa vicenda (senza assolutamente sollevare la questione della buona fede) sono stati commessi invariabilmente nella stessa direzione. Notavo anche di sfuggita che “trico” è il prefisso che nei termini tecnici indica i peli e che, nel caso specifico, ciò mi ricorda quella storia del lupo che perde il pelo...

Poi sono passato direttamente al sarcasmo, invitando tutti i residenti a fare i loro progetti misurando le distanze a partire dall’angolo dell’ecocentro e invadendo i lotti dei vicini per poi invocare la buona fede (se quell’angolo non permettesse di raggiungere lo scopo, segnaliamo per esempio una chiesetta a Caselle di Santa Maria di Sala che, essendo stata spostata a braccia su un tappeto di cotiche di maiale una ventina di anni fa, può costituire un ottimo punto di partenza per misure di precisione; certo, è un po’ distante, ma non si può fare una frittata. . . ).

Alla fine, però, mi sono reso conto che purtroppo in questa storia c’è ben poco da ridere. Lo ripeto, non siamo “tecnici”, eppure ci siamo accorti che qualcosa non andava alla prima, o al massimo seconda, occhiata al progetto. Com’è possibile che un progettista competente e un tecnico altrettanto competente non se ne siano accorti e abbiano disegnato (uno) e approvato (l’altro) un progetto sbagliato? Passi prendere la distanza dall’angolo dell’ecocentro: tirando la linea parallela a via dell’Industria, però, com’è possibile accorgersi che l’altro estremo di questa linea non si trova dove dovrebbe (cioè la metà del lato del lotto della Catoba-Exacta) ma diversi metri più in là? E soprattutto, parliamoci chiaro: il committente e il progettista sarebbero stati altrettanto distratti se la linea, invece che diversi metri più in “là”, fosse venuta a trovarsi diversi metri più in “qua”?

P. S.: ciò che esponiamo in questo post riflette lo stato delle nostre informazioni alla data, e all’ora, in cui lo pubblichiamo. Le notizie continuano a affollarsi e a confondersi: ora pare che l’abuso sia stato già sanato, ma poi pare che non sia sanabile neanche volendo; pare addirittura che la proposta di spostamento dell’Ecocentro non sia un’iniziativa di un privato, ma di un Assessore che l’ha suggerita informalmente basandosi su altrettanto informali informazioni ricevute da fonti attendibili nel consorzio di gestione dei rifiuti. Tutto questo rende probabilmente ancora più difficile prevedere l’epilogo della questione, ma di certo non cancella l’impressione di avere a che fare con un gran guazzabuglio.

P. P. S.: probabilmente è soltanto un caso, ma uno dei residenti che ci ha contattato riferisce di essere stato esplicitamente minacciato perché smetta di «farsi gli affari degli altri» (non meglio specificato). Anche un’altra persona con cui abbiamo parlato si è sentito riferire che «... deve smettere di rompere i c..., perché siamo cattivi e vendicativi.» Lo ripetiamo: probabilmente non c’entra nulla con ciò di cui abbiamo parlato; si tratta però comunque di un comportamento che credevamo proprio di altre concezioni della legalità e pensare che una cosa del genere possa avvenire nel nostro territorio comunale non può che preoccuparci, indignarci e nausearci.