giovedì 21 aprile 2011

Riunione del Comitato di redazione di "Due Carrare Notizie"

Si avvicina Pasqua, data entro la quale si era deciso che il numero primaverile di "Due Carrare Notizie" deve essere già distribuito ai carraresi. Il Comitato di redazione si è perciò riunito, come è consuetudine, in due occasioni ravvicinate: il 13 aprile per l'impaginazione e l'assegnazione degli spazi e il 16 aprile per la correzione delle bozze.


Mercoledì, in mezzo all'ordinaria amministrazione, si è accesa una discussione piuttosto sentita sugli spazi concessi alle varie associazioni: è in effetti evidente, sfogliando il notiziario, che alcune hanno a disposizione una mezza paginata con tanto di foto, mentre altre sono "chiuse" in trafiletti più ridotti. La ragione sta semplicemente nel fatto che abbiamo finora cercato di pubblicare per intero tutto quanto ci sia stato spedito e, purtroppo, quasi nessuno si attiene alle limitazioni che pure sono indicate nella lettera di sollecitazione dei contributi: così, chi manda "più righe", si vede concesso più spazio. Il Comitato di redazione ha deciso di continuare a pubblicare, per questo numero, tutto quanto sia possibile, ma, anche a fronte delle proposte piuttosto draconiane di Mauro Crivellari (che proponeva almeno di tagliare una foto a chi ne spedisce due, come in effetti poi è stato fatto) e dell'editore Fabrizio Ghedin (che è arrivato addirittura a proporre di pubblicare solo il numero di righe concesso, tagliando impietosamente tutto quanto eccedesse), di richiamare tutti i contributori a "stare nei limiti" per il futuro.

Va segnalato anche il fatto che, pur essendo scaduti i termini da quasi due settimane, non erano ancora stati consegnati i contributi di Crivellaro (che però ha mandato a dire di voler pubblicare soltanto il programma di "Vivi Due Carrare") e di Garbo. D'altra parte, anche noi abbiamo chiesto e ottenuto una proroga per la presentazione del nostro contributo, quindi non mi è sembrato decisamente il caso di farne un dramma.


Sabato, in sede di correzione delle bozze, sono emersi tre punti interessanti.

Nonostante la decisione di pubblicare per intero tutti i contributi arrivati, abbiamo perfino "avanzato un po' di spazio". Si è ventilata perciò la possibilità di aumentare leggermente lo spazio a disposizione di ogni singolo contributo (fermo restando l'invito a rispettare i limiti): valuteremo sulla base di quanto riceveremo per il prossimo numero.

Alessandra Urso ha rilevato che, per rendere il giornale un po' più accattivante, potrebbe valere la pena di ospitare anche articoli di interesse generale (attinenti, per esempio, alla salute, o all'alimentazione, o alla cultura), come del resto avveniva un tempo. Anche se d'accordo sul fatto che articoli di questo genere potrebbero attirare l'interesse di molti, abbiamo però valutato che la loro pubblicazione uscirebbe dalla finalità di "Due Carrare Notizie": dopotutto, si tratta di un notiziario comunale, non di una rivista, e il nostro scopo dev'essere dare voce ai residenti, non interessarli a vari e eventuali argomenti.

Sempre rilevando che il notiziario, così com'è, non invoglia particolarmente alla lettura, la stessa Alessandra Urso ha osservato anche che dovremmo ripensarne la veste grafica. Unanimemente ci siamo detti molto d'accordo e, date le sue indiscusse competenze artistiche, le abbiamo chiesto se era disposta a elaborare un progetto di massima. Lei ha rifiutato recisamente, perché la cosa dovrebbe naturalmente avvenire gratis et amore dei e lei (cito) "deve ben mangiare". (Essendo un matematico, ho subito pensato alla statua della rotonda delle Poste: dato il suo valore in euro, quanti etti di pasta ci si possono comprare, detratte le spese e le tasse? Il risultato è interessante, ma mi sono morso la lingua e l'ho tenuto per me.) Peccato: sono convinto che avrebbe fatto un ottimo lavoro.

Interrogazione sulla Farmacia di Terradura

Dopo il caso di segnalazione all'Ordine dei farmacisti (di cui abbiamo parlato in questo post), il nostro gruppo ha rivolto un'interrogazione al Sindaco e alla Giunta perché chiarisse la questione. Riporto i passi salienti degli incartamenti che ne sono nati (gli errori di grammatica e di ortografia nelle citazioni NON sono miei), interrompendo qua e là con qualche commento. Le scansioni dei documenti originali saranno pubblicate quanto prima nel nostro sito web.



Risposta del Sindaco all'interrogazione

Due Carrare, lì 17.2.2011

OGGETTO: Risposta ad interrogazione presentata in Consiglio Comunale del 20.1.2011 - interrogazione 3/3 - Farmacia di Terradura (S.r.l.)

In risposta all'interrogazione indicata in oggetto, si comunica quanto segue:

Relativamente all'episodio denunciato questa Amministrazione ne è venuta a conoscenza tramite una mail inviata in data 14 gennaio 2011, dal Sig. Favero Gino all'Ordine dei Farmacisti di Padova e per conoscenza anche a questo Comune.
[Non so a voi: a me suona un po' come dire "l'infame, il traditore, è lui, dategli addosso!". Ma forse è solo un'impressione mia.]
Si è provveduto pertanto a convocare il titolare della "Farmacia di Terradura S.r.l." Dr. Dalla Muta Alessandro e l'Amministratore della Società Sig. Menesello Roberto, per chiarimenti in merito: in seguito all'incontro tenutosi il 27.1.2011 l'Amministratore ha inviato la nota che si allega alla presente (allegato A).

Non soddisfatti della risposta abbiamo chiesto ulteriori chiarimenti (vedi nota allegata B) che a tutt'oggi non sono ancora pervenuti.

Un caso analogo ci fu segnalato verbalmente qualche mese fa, nel quale il prezzo di un farmaco venduto presso la Farmacia di Terradura, risultava leggermente superiore rispetto al prezzo di altra farmacia: anche allora convocammo (io e il Vice Sindaco Sig.Garbo) il Farmacista Sig. Dalla Muta Alessandro per chiedere spiegazioni: l'interessato riferì che il prezzo pagato dall'utente non dipendeva da lui ma era fissato dalla Casa Farmaceutica e veniva stampato sullo scontrino con un procedimento automatico di lettura ottica; lo stesso ci assicurò comunque che avrebbe prestato maggiore attenzione nel rilevare eventuali anomalie in tale senso.
[Mi pare che l'attenzione prestata non abbia prodotto grandi frutti; forse vale la pena di farsi restituire il prestito. E comunque, chi programma il lettore ottico per fargli dare prezzi diversi che nelle altre farmacie?]
Sarà nostro impegno attivarci come amministrazione affinché nello spirito iniziale con cui è sorta e voluta la Farmacia a Terradura siano messe in atto le iniziative tendenti al contenimento, ove possibile dei prezzi, andando incontro alle fasce più deboli di utenti della zona.

Qualora saranno definite chiare e palesi responsabilità in ordine al fatto, sarà nostra cura valutare ogni possibile azione tendente al ripristino dell'onorabilità commerciale dell'esercizio.

Cordiali saluti.

Il Sindaco
Vason Sergio



Nota dell'amministratore, sig. Roberto Menesello

Due Carrare, 31.01.2011

Oggetto: Interrogazione al Sindaco per Farmacia di Terradura srl, del 20.01.011

Riferimento : riunione presso vs UffiCi del 27.01.2011

Egregio Sindaco, prendiamo atto di quanto è stato notificato attraverso l'interrogazione in oggetto.

Si riferisce ad un episodio (definito increscioso), lo si documenta in modo circostanziato con tipologia, confronto prezzi e alla fine si arriva alla conclusione, tale da comportare un appello addirittura all'Ordine dei Farmacisti per quanto avvenuto.

Ora, non si deve immediatamente pervenire alle conclusioni e su una certa interpretazione dei fatti emettere una sentenza inappellabile, in quanto la visione dei fatti deve essere più distaccata e pacata.
[Amore, non saltare alle conclusioni affrettate, non è come sembra, posso spiegarti tutto!]
Si devono valutare alcuni fatti e cioè:

il farmacista non ha un diretto vantaggio ad incrementare il prezzo di un farmaco "cosiddetto etico", poiché è dipendente della Farmacia e, non essendo previsti premi produzione o altri benefits, non ha incentivazioni in tal senso per il raggiungimento degli obiettivi;

come accennato sull'interrogazione, l'incremento di 2,00 euro e la manomissione sono eseguiti in modo grossolano e non sono compatibili con le intenzionalità e malizia che si vogliono far riscontrare; in pratica è troppo lampante perché ciò che si conclude possa essere vero;
[Ci ho messo un po' a capire dove l'avevo già sentita: era anche la linea di difesa del dottor Capuzzo, che attualmente si trova al Due Palazzi per l'omicidio della moglie. "Non vorrete mica che una persona intelligente come me avveleni la moglie in casa sua e, per di più, sottraendo il medicinale proprio al suo reparto?" Il giudice ha valutato diversamente.]
per le cifre sopra riscontrate, anche se eseguite su più farmaci, nessuno può rischiare un simile polverone mediatico con il risalto che ne è stato dato e il danno di immagine; anche in questo caso l'illecito non si giustifica per i miseri ritorni economici evidenziati.
[Insomma: il farmaco si è corretto il prezzo da solo apposta per fare un dispetto all'incolpevole gestione della farmacia?]
D'altra parte si deve spiegare il fatto contestato e argomentato.
[Ah, ecco, ora viene la spiegazione: meno male, iniziavo ad avere la sensazione di essere preso un po' in giro.]
A tale scopo, occorre tener conto della filiera di gestione dei farmaci sino alla vendita diretta al pubblico; infatti, ci sono più passaggì e molte volte i farmaci vengono restituiti dalle varie farmacie, perché invenduti e reimmessi in commercio attraverso i vari distributori. E' difficile pensare che su tali farmaci si possano notare manomissioni, in quanto la gestione avviene con codice a barre e controllando i dati sensibili (scadenza, lotto fustello ect) e di sicuro si è meno attenti al prezzo, in quanto anche questo è gestito da Database e pertanto non può essere letto e controllato con sistemi manuali.
[Cioè: il prezzo è stato corretto in un altra farmacia, che poi l'ha restituito e reimmesso in commercio; il colpevole della correzione, poi, seguito di soppiatto il distributore e scoperto che la confezione era finita alla farmacia di Terradura, vi si è introdotto furtivamente di soppiatto per riprogrammare il lettore ottico in modo che associasse a quel farmaco esattamente quel prezzo ritoccato. Cavolo, robe che neanche Fantomas! La sensazione sta tornando.]
Pertanto, per addossare una colpa oltre ogni ragionevole dubbio, si deve essere certi dell'attribuzione delle responsabilità al farmacista, che, come dimostrato, non rientra tipicamente nella categoria del sospettato unico "cui podest". Di solito, nelle interpretazioni della realtà non si deve essere ovvi e banali, perchè la lettura più difficile dei fatti è spesso anche la più probabile: si dice, infatti, "lectio difficilior lectio probabilior". Nel caso di dubbio, al farmacista non possiamo amibuire colpe sicurissime, se non quella di non aver controllato attentamente il prezzo che poteva essere stato manomesso.
[Qui ce ne sarebbero da dire così tante che faccio fatica a decidere da dove iniziare.

Prima di tutto: si dice "cui prodest" (cioè: colui che ne trae vantaggio) e non "cui podest" (che in latino non esiste, ma se ci fosse un verbo "podere" significherebbe probabilmente "salire su un podio" oppure "misurare in piedi", entrambe probabilmente inadatte alla circostanza): se proprio vogliamo fare i fini latinisti, insomma sarebbe meglio almeno evitare di dire cavolate.

Poi: il principio "lectio difficilior lectio potior" (cioè "la lettura più difficile è la lettura più forte", ma nel contesto da cui la frase proviene sarebbe accettabile anche "probabilior", "più plausibile") si riferisce alla ricerca filologica della versione originale di un testo, e ha un senso perché gli amanuensi tendevano a sostituire le parole troppo difficili con altre più semplici, ma non viceversa: per questo, se due versioni dello stesso testo differivano per una parola, si riteneva più autorevole ("potior") quella che conteneva la parola più difficile. Questo principio, però, non si applica in giurisprudenza, dove tendenzialmente vale il rasoio di Occam ("Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem", cioè: non si devono moltiplicare gli elementi senza che ce ne sia il bisogno) secondo il quale la spiegazione più semplice è da preferire a quella più complicata (tipo la riprogrammazione del lettore ottico da parte di qualcuno esterno alla farmacia, per esempio).

Infine: ho controllato la lettera di segnalazione che a suo tempo ho spedito all'Ordine dei Farmacisti: non ho additato presunti colpevoli da punire, ma soltanto caldeggiato un intervento dell'Ordine per fare luce su una situazione che, secondo me, andava e va chiarita.]
In secondo luogo, è noto a tutti come il nascere di una nuova farmacia abbia fatto nascere resistenze e non sempre viene apprezzata da tutti, tanto che si è fatto appello presso le sedi opportune per ostacolarne la nascita; è, quindi più ragionevole che, con il clima sopra rilevato, ìl farmacista sia incline all'accortezza più che alla malafede e in questo caso si evidenzia un'anomalia ma non è corretto emettere un giudizio di condanna.
[E dàgli! Qui nessuno condanna nessuno. La questione è semplice: il prezzo di un farmaco è stato ritoccato; chi è stato? Ok, l'amministratore ci dice che non può essere stato il farmacista e noi possiamo anche credergli; ma, in quel caso, chi è il secondo sospettato in ordine di plausibilità?]
Ad ogni buon conto, pur evidenziando i dubbi, la critica mossa è apprezzabile per lo stimolo che ci viene dato a migliorare il servizio e al richiamo di attenzione sui costi dei farmaci.
[Ed era davvero necessario "stimolarvi" per questo?]
Da ultimo, mi preme, invece, sottolineare le linee guida della farmacia che amministro.

Si è data disposizione di svolgere un servizio sociale, in modo da assistere la clientela con ampia disponibilità attraverso:

sconti per quanto possibile, tenendo conto della crisi italiana e mondiale
[Tenendone conto dal punto di vista dei clienti che possono avere difficoltà nei pagamenti o dal punto di vista della povera farmacia che non può ridurre il suo esiguo margine di guadagno perché c'è la crisi?]
concessione di credito ai clienti senza premere sui tempi di rientro
[Infatti, quando un farmaco non era disponibile e il farmacista doveva ordinarlo, proponeva al cliente di pagarlo subito invece che alla consegna, indubbiamente per non premere sui tempi di pagamento e per comodità del cliente...]
il farmaco, se necessario, viene distribuito, con le regolari documenti di richiesta, anche a chi non ha una disponilità di pagamento immediata.
[Quale sarà la documento regolare per certificare una disponilità non immediata?]
Sulla base di quanto sopra la Farmacia di Terradura svolge un servizio sociale, pur tenendo conto della necessità di mantenere un bilancio societario sostenibile ma, riferendo un episodio con dubbie responsabilità di attribuzione, non si può adombrare e penalizzare oltre misura il lavoro e il servizio svolto.
[Cioè, secondo questo amministratore, non si deve denunciare un fatto a meno che non si conosca già il colpevole? Mi pare un principio quantomeno curioso.]
In caso di evidenziazione di altri episodi ed esosità del servizio, siamo pronti a valutare nuovamente i fatti, ma nel frattempo i cittadini dovrebbero rivalutare il servizio svolto e le scontistiche che vengono applicate, in quanto riteniamo di fare il possibile e siamo sempre disponibili a migliorare il servizio.

Cordiali saluti
Amministratore Unico
Farmacia di Terradura srl



Ulteriore richiesta del Sindaco all'Amministratore

Due Carrare lì, 04 feb 2011

Oggetto : Interrogazione al Sindaco per farmacia di Terradura Srl del 20.01.2011. Risposta a nota Amministratore Rif. Prot. n. 1223 del 03.02.2011 - Richiamo scritto.

Si comunica che la risposta trasmessa in forza dell'interrogazione di cui all'oggetto, risulta insufficiente in quanto non specifica le ragioni tecnico/professionali che giustifichino o almeno spieghino come e chi abbia causato l'episodio denunciato.
[In altre parole: anche il Sindaco, leggendo la lettera dell'Amministratore, ha avuto la stessa sensazione che ho avuto io.]
Si richiamano, in particolare, gli artt.12 ''Responsabililà'', 14 ''Controllo e vigilanza'' e art.15 ''Rapporti con l'utenza'' del contratto di servizio per l'affidamento della condizione del servizio farmacia dai quali e' possibile desumere le reciproche competenze soprattutto nei confronti dell'utenza e la Sua nota di risposta non rispetta gli obblighi, gli scopi e le finalità ivi descritte.

Si resta in attesa di un ulteriore e sollecito chiarimento sulla interrogazione precisando che, ove l'Ordine dei farmacisti avesse espresso un suo parere sulla vicenda sia trasmessa copia a Questa Amministrazione per opportuna conoscenza.

Il Sindaco
Vason Sergio

Che possiamo dire? Che naturalmente, almeno per questa volta, siamo assolutamente solidali con il Sindaco e che apprezziamo in toto la sua linea di condotta (faccio notare, in particolare, che la lettera dell'Amministratore è stata protocollata il tre febbraio e che la risposta del Sindaco è datata il quattro: tanto di cappello). Certo, d'altra parte, ci preoccupa che, a distanza di più di due mesi, non siano ancora arrivate notizie di una risposta alla seconda lettera: naturalmente non è colpa del Sindaco, ma cercheremo di sollecitarlo perché pretenda i chiarimenti ai quali lui e noi tutti abbiamo diritto.

domenica 3 aprile 2011

Burattin a proposito dell'UTAP

Il "Gazzettino" dello scorso 12 gennaio ha ospitato la seguente dichiarazione di Graziano Burattin a proposito della chiusura dell'UTAP Euganea:
Il servizio aveva riscosso i favori degli utenti. L'Utap sparisce e non sappiamo nemmeno il motivo. Forse si tratta di un ripensamento in merito alla sua funzione. O la struttura ha creato nel tempo un buco nelle spese aziendali. I medici avevano addirittura chiesto un affitto gratuito al locatario. Ha chiaramente rifiutato la proposta.
Sulle prime abbiamo pensato di lasciar perdere. Poi, però, ci siamo resi conto che queste dichiarazioni hanno continuato a "roderci dentro". Probabilmente la ragione è che difficilmente può capitare di vedere concentrate in così poche parole tanti e tali punti che gridano per chiedere di essere corretti: per questo vorremmo dedicare questo post a un tentativo di risposta.
Il servizio aveva riscosso i favori degli utenti.
Apriamo subito con una vera e propria scuola di sensibilità politica: dopo attenta riflessione si giunge alla ponderata conclusione che , incredibilmente, gli utenti gradiscono un servizio di grande affidabilità e qualità e preferiscono averlo che perderlo. Chapeau.
L'Utap sparisce e non sappiamo nemmeno il motivo.
Questa frase sarebbe comprensibile da parte di un cittadino che, in quello che pensava l'orario di apertura, trova chiusa la porta degli ambulatori. E` invece gravissima da parte di un amministratore: appenditi al telefono, cerca di capire perché l'USL non ha voluto rinnovare la convenzione e poi sappicelo dire, per favore. Ti paghiamo anche per questo.
Forse si tratta di un ripensamento in merito alla sua funzione.
Cioé l'USL potrebbe ritenere che, invece che un'unità territoriale di assistenza primaria, l'UTAP dovrebbe diventare, che so, un circolo di uncinetto, oppure una bocciofila? La suspence mi uccide.
O la struttura ha creato nel tempo un buco nelle spese aziendali. I medici avevano addirittura chiesto un affitto gratuito al locatario.
Questa, invece, si chiama bassa insinuazione. Prima di tutto mi pare difficile che l'UTAP (che riceveva un contributo dall'USL e aveva la sua contabilità) abbia creato buchi nelle spese di altre aziende. Poi, caro Graziano, visto che venendo meno la convenzione vengono meno anche le sovvenzioni dell'USL, è abbastanza normale che i medici non possano più permettersi le spese che si potevano permettere prima. Visto che (a torto o a ragione, a sentire le tue dichiarazioni si fa fatica a capirlo) ritengono il loro servizio un notevole valore per il territorio, hanno comprensibilmente cercato di verificare se si può attivare la collaborazione di tutti per continuare a fornire un servizio almeno vagamente simile a quello che c'era fino all'anno scorso. E, a tale proposito...
[Il locatario] Ha chiaramente rifiutato la proposta.
Tutto vero, a parte che hai dimenticato un trascurabile dettaglio: il locatario è il Comune. Cioè sei tu, quale rappresentante della giunta. E, nell'ottica del valore per il territorio di cui si parlava sopra, forse potevate pensare a un sacrificio per tentare di far sopravvivere il servizio. Ma "chiaramente" tu la pensi in modo diverso.