Il signor X è proprietario di una tenuta nell'Australia centrale: diciamo, per capirci, che la sua è l'unica casa nel raggio di un centinaio di km. E' inverno, la temperatura è diversi gradi sotto lo zero. Bussa alla sua porta uno sconosciuto, appiedato, evidentemente malmesso, che dice di essersi perso, di aver seguito l'unica strada che ha trovato, di essere senza cibo e senz'acqua da due giorni: chiede la possibilità di scaldarsi, un pasto caldo, una coperta sotto la quale passare una notte.
Il signor X non dà nulla di tutto questo allo sconosciuto. Scegliete voi come e perché: finge di non essere in casa, oppure gli dice in faccia che non è tenuto a fare niente; oppure ancora decide di non pensarci nemmeno, di ignorare il problema che, pensa legittimamente, riguarda lo sconosciuto e non lui. Addirittura, decide di non telefonare nemmeno a qualcuno perché gli presti soccorso: le telefonate costano.
E' evidente che, in una tale situazione, il signor X non ha alcuna responsabilità civile o penale. Spero però che sia altrettanto evidente che, invece, ha precise responsabilità etiche e politiche. Per capirci meglio: nessuno può pretendere che sia arrestato o processato (nemmeno se lo sconosciuto venisse trovato morto il giorno dopo sulla strada per la fattoria confinante); è però immaginabile che non lo si ritenga la persona più indicata a guidare, per dire, l'Associazione dei donatori di sangue, o il Ministero delle Politiche sociali, o quello della Salute pubblica.
Spingiamoci oltre. Supponiamo che qualcuno critichi pubblicamente il signor X per il suo comportamento. Affermando "Non ho violato alcuna legge", il signor X non risponderebbe alle critiche. Una sua frase di questo genere, anzi, oltre a non sollevarlo dalle responsabilità etiche e politiche, suggerisce una delle seguenti tre motivazioni, ciascuna delle quali può spiegare anche il suo modo di agire e nessuna delle quali è particolarmente apprezzabile:
- ignoranza ("Ho seguito la legge, avrei dovuto fare qualcos'altro? Come? Lo sconosciuto è morto di fame e di freddo? Accipicchia, come potevo immaginarlo?");
- incompetenza ("Mi ha detto mio cuGGino che un uomo può vivere fino a diciott'anni senza mangiare e che un uomo affamato e al freddo può camminare senza problemi a centoventi km l'ora, quindi in un oretta di cammino tranquillo sarebbe potuto arrivare in paese e andare in albergo.");
- strafottenza (avrebbe addirittura potuto dire, come lo Scrooge di Dickens: "Tanto meglio, così diminuisce la popolazione in eccesso!").
Spiego.
La nostra mozione di sfiducia all'assessore all'ambiente Claudio Garbo era dettata da considerazioni di ordine etico e politico, non legale o amministrativo. Le responsabilità etiche e politiche sono chiare: non si accetta senza protestare l'installazione di un'antenna vicino a un asilo, vista l'estrema sensibilità dei bimbi di quell'età agli effetti nocivi delle radiazioni elettromagnetiche. Tutto ciò che l'amministrazione ha sentito di risponderci (per bocca del capogruppo della maggioranza, Danilo Bedorin), però, è stato che non era stata violata alcuna legge. Ma non sempre ciò che è legale è anche auspicabile o ben fatto.
Secondo voi, che cosa ne dobbiamo pensare?