Da molto tempo non aggiorniamo più questo blog: lo facciamo ora per una volta, che potrebbe essere l'ultima.
Dopo quindici anni di attiva partecipazione alla vita politica del nostro comune, crediamo che sia arrivato il momento di voltare pagina. Lasciamo la partecipazione alla campagna elettorale in corso e ai lavori del prossimo consiglio comunale "in eredità" a una nuova generazione di amministratori, che sa guardare al futuro del nostro territorio, e della comunità che lo popola, con rinnovata energia e con una prospettiva nuovamente di lungo periodo.
L’Amministrazione guidata da Egidio Bergamasco (1995-2000 e 2000-2005) ha lasciato un segno incancellabile e un'eredità che, purtroppo, chi lo ha seguito non ha saputo valorizzare e continuare: uno sforzo notevole per realizzare veramente il Comune di Due Carrare attraverso opere e progetti. Vogliamo ricordarne solo qualcuno: la nuova scuola primaria del capoluogo e gli ampliamenti a Terradura e Cornegliana, il nido integrato di San Giorgio, il centro Andreoli (poliambulatorio) di Santo Stefano prima realizzato e poi ampliato, la Casa dei Carraresi (progettata e finanziata), vari interventi sulla viabilità (primo fra tutti il progetto e il finanziamento per l’asse stradale via San Pelagio-via Figaroli) e poi il primo Piano Regolatore di Due Carrare che, con un metodo assolutamente innovativo per i tempi, impegnava territorio con un equilibrio mai visto prima e con scopi principalmente legati alla realizzazione di spazi e servizi per l’intera comunità, oltre che a dare una configurazione unitaria al capoluogo (che è ancora oggi incompiuto).
Il Piano regolatore previsto dall'amministrazione Bergamasco era un progetto che avrebbe potuto veder sorgere una “cittadella dello sport” (completa del famoso Palazzetto, progettato attraverso un concorso nazionale di progettazione e già finanziato) e avrebbe dato piena autonomia e sicurezza alla “cittadella dello studio”. È un deprecabile peccato che molte di quelle previsioni e progetti siano stati sacrificati sull’altare dell’improvvisazione e del pressapochismo di chi ha amministrato in questi ultimi dieci anni.
Gli ultimi dieci anni all'opposizione sono stati certamente sterili di risultati (i numeri sono numeri e ben poco altro si può aggiungere), anche se siamo riusciti a disinnescare qualche "mina" depositata dalla maggioranza (una per tutte, ricordiamo l'aviosuperficie di Cornegliana). Non lo sono stati, però, come esperienza: ne è riprova il fatto che proprio su quei banchi, osservando un modo di amministrare che certo non fa bene al paese, si sia sviluppato l’embrione di un nuovo progetto amministrativo. Lo spirito e la visione di “Insieme per Due Carrare” rimarranno vive nel patrimonio del nostro Comune e noi stessi contribuiremo ancora con le nostre idee alla prospettiva di lungo raggio che, sola, può portare ad una nuova Due Carrare.
Dopo quindici anni di attiva partecipazione alla vita politica del nostro comune, crediamo che sia arrivato il momento di voltare pagina. Lasciamo la partecipazione alla campagna elettorale in corso e ai lavori del prossimo consiglio comunale "in eredità" a una nuova generazione di amministratori, che sa guardare al futuro del nostro territorio, e della comunità che lo popola, con rinnovata energia e con una prospettiva nuovamente di lungo periodo.
L’Amministrazione guidata da Egidio Bergamasco (1995-2000 e 2000-2005) ha lasciato un segno incancellabile e un'eredità che, purtroppo, chi lo ha seguito non ha saputo valorizzare e continuare: uno sforzo notevole per realizzare veramente il Comune di Due Carrare attraverso opere e progetti. Vogliamo ricordarne solo qualcuno: la nuova scuola primaria del capoluogo e gli ampliamenti a Terradura e Cornegliana, il nido integrato di San Giorgio, il centro Andreoli (poliambulatorio) di Santo Stefano prima realizzato e poi ampliato, la Casa dei Carraresi (progettata e finanziata), vari interventi sulla viabilità (primo fra tutti il progetto e il finanziamento per l’asse stradale via San Pelagio-via Figaroli) e poi il primo Piano Regolatore di Due Carrare che, con un metodo assolutamente innovativo per i tempi, impegnava territorio con un equilibrio mai visto prima e con scopi principalmente legati alla realizzazione di spazi e servizi per l’intera comunità, oltre che a dare una configurazione unitaria al capoluogo (che è ancora oggi incompiuto).
Il Piano regolatore previsto dall'amministrazione Bergamasco era un progetto che avrebbe potuto veder sorgere una “cittadella dello sport” (completa del famoso Palazzetto, progettato attraverso un concorso nazionale di progettazione e già finanziato) e avrebbe dato piena autonomia e sicurezza alla “cittadella dello studio”. È un deprecabile peccato che molte di quelle previsioni e progetti siano stati sacrificati sull’altare dell’improvvisazione e del pressapochismo di chi ha amministrato in questi ultimi dieci anni.
Gli ultimi dieci anni all'opposizione sono stati certamente sterili di risultati (i numeri sono numeri e ben poco altro si può aggiungere), anche se siamo riusciti a disinnescare qualche "mina" depositata dalla maggioranza (una per tutte, ricordiamo l'aviosuperficie di Cornegliana). Non lo sono stati, però, come esperienza: ne è riprova il fatto che proprio su quei banchi, osservando un modo di amministrare che certo non fa bene al paese, si sia sviluppato l’embrione di un nuovo progetto amministrativo. Lo spirito e la visione di “Insieme per Due Carrare” rimarranno vive nel patrimonio del nostro Comune e noi stessi contribuiremo ancora con le nostre idee alla prospettiva di lungo raggio che, sola, può portare ad una nuova Due Carrare.
Alle prossime elezioni comunali del 31 maggio sosteniamo convintamente la lista civica “PraticaMente Due Carrare”: non solo per il fatto che il candidato sindaco Davide Moro e il capolista Andrea Rosina sono entrambi “nostri” consiglieri
comunali (il secondo addirittura capogruppo), ma soprattutto perché crediamo che Davide e la sua squadra abbiano tutte le capacità, le competenze, l’umiltà e l’onestà delle quali Due Carrare ha bisogno.
Vi lasciamo con due interventi che il nostro consigliere Moreno Salvò ha tenuto nelle ultime due sedute del Consiglio comunale, il 30 marzo e il 30 aprile. Anche se non esaustivi per questioni di tempo e di spazio (si sarebbe potuto citare anche, per dirne uno, il naufragio dell’Unione Padova Sud, che ha contribuito in modo determinante al tracollo del numero di agenti di polizia locale, passati da quindici per cinque comuni agli attuali cinque per tre comuni) sono in qualche modo il riassunto della (triste) esperienza di opposizione degli ultimi dieci anni e il nostro auspicio per la prossima amministrazione. Ad maiora!
Vi lasciamo con due interventi che il nostro consigliere Moreno Salvò ha tenuto nelle ultime due sedute del Consiglio comunale, il 30 marzo e il 30 aprile. Anche se non esaustivi per questioni di tempo e di spazio (si sarebbe potuto citare anche, per dirne uno, il naufragio dell’Unione Padova Sud, che ha contribuito in modo determinante al tracollo del numero di agenti di polizia locale, passati da quindici per cinque comuni agli attuali cinque per tre comuni) sono in qualche modo il riassunto della (triste) esperienza di opposizione degli ultimi dieci anni e il nostro auspicio per la prossima amministrazione. Ad maiora!
Andrea
Rosina, Moreno Salvò, Davide Moro
Consiglio
comunale, 30 marzo 2015
Bilancio
di previsione 2015
Dichiarazione
del consigliere Moreno Salvò
Presidente,
colleghi consiglieri,
stasera,
finalmente, vediamo calare il
sipario sull’amministrazione
Vason bis. Questa mia è una dichiarazione che non vuole addentrarsi
nei particolari tecnici del bilancio, ché d’altra parte sarebbe
tempo mal impiegato: è una semplice dichiarazione politica che, in
quanto tale, non attende né risposte né repliche. Tutto ciò che
avevate da dire e, soprattutto, da fare di positivo per la nostra
comunità non lo avete fatto in
cinque anni e mi sembrerebbe
tardivo, stucchevole e del tutto fuori luogo che le risposte
arrivassero a sessanta giorni dalle elezioni.
Sembra
di essere in uno di quei racconti noir
dove il colpevole viene svelato fin dall’inizio e tutto l’intreccio
si dipana allo scopo di vedere chi lo scoprirà e in che modo.
Questa sera, il “colpevole” del vostro racconto si scopre da
solo, si arrende all’evidenza e alza bandiera bianca. Colpevole di
mala administración,
direbbe probabilmente Almodovár. Che il, o i, colpevoli fossero
noti fin dall’inizio, per noi, è evidente. Ciò che più ci ha
impressionati, però, è stata la traiettoria sempre più accelerata
con la quale siete caduti in
basso, portando con voi il nostro Comune.
Nella
deliberazione di Giunta in cui sono stati approvati gli adempimenti
propedeutici all’approvazione del Bilancio si legge: "questo
Comune è interessato al rinnovo degli organi comunali nelle elezioni
amministrative 2015 pertanto, al fine di consentire un funzionamento
dell’intero apparato amministrativo il più regolare possibile, si
ritiene di proporre al consiglio comunale l’adozione di un bilancio
puramente tecnico
riservando alla futura amministrazione eventuali scelte di governo
diverse.". Potrebbe
perfino sembrare un atto di buonsenso, una sorta di testimone da
passare a chi verrà dopo, anche se non ricordo che abbiate fatto lo
stesso cinque anni or sono. In verità, a noi sembra più che altro
la vostra "bandiera bianca": per
voi il futuro non esiste! Che
beffa del destino, che contrappasso dantesco, per un gruppo che avete
battezzato "Due Carrare per il Futuro" e che aveva tra le
sue parole d’ordine il rinnovamento!
Voi,
qui presenti stasera, avete rinnegato quella parola d’ordine fin
dalle elezioni di cinque anni or sono, sacrificando i candidati più
giovani (e forse più inesperti) sull’altare dell’esserci. Ora
dimostrate ciò che siete: una gerontoamministrazione, senza
prospettive e con l’apertura mentale e temporale di quella famosa
farfalla disegnata anni fa da
Altan che diceva: “Noi farfalle
si vive un giorno solo e quando son le sei di sera si han già le
palle piene”.
In
questi anni abbiamo dovuto subire innumerevoli letture di slide
esplicative e (soprattutto) giustificative delle spese incomprimibili
e dei tagli subiti. La frase che resterà scolpita nella nostra
memoria sarà: “Avremmo voluto
fare questo e quello…
ma non abbiamo potuto!”.
“Sì, in campagna elettorale
avevamo promesso che avremmo fatto tante cose, ma avevamo i debiti da
pagare! [e non lo sapevate?] e
poi ’sto patto di stabilità che ci lega le mani!
[e non sapevate che c’era?] Pensate,
cari cittadini: cinque anni fa avevamo scommesso sul Piano
regolatore, prevedendo venti milioni di opere da realizzare... che
disdetta, poi, che c’era la crisi
[già da tre anni, del resto, ma evidentemente non volevate crederci]
e c’è ancora oggi e non
abbiamo combinato un tubo!”.
Anche questa sera, il “triennale” è da meno di quattro milioni,
per la precisione da 3,85: si è
sgonfiato come un soufflé,
anzi, come un copertone bucato!
E chiamarlo triennale, tra l’altro, è offensivo per il triennale
stesso. Prima di tutto, è vuoto per due terzi, perché il 2016 e il
2017 sono in bianco: in pratica, secondo voi quest’anno
si faranno 3,85 milioni di lavori, poi ci si siede e ci si riposa
per un paio di annetti. Poi, stavolta siamo passati dal “libro dei
sogni” all’“opuscolo dei desideri”: avete confezionato un
elenco di lavori che per tre quarti (2,8 milioni su 3,85) dovrebbero
essere coperti da contributi regionali o “di altri”, lasciando
agli oneri di urbanizzazione (sempre aleatori!), per esempio,
l’intervento sul cimitero di San Giorgio: vuol dire che il
Sindaco farà un’ordinanza per istituire il divieto di decesso
dei nostri compaesani, vista la mancanza di spazi per le sepolture.
Affrontare
il capitolo “DEDA srl” sarebbe – diciamolo – come sparare
sulla Croce Rossa. Neppure attribuire all’assessore Amati la
salvifica delega all’urbanistica ha prodotto frutti: povera
assessora, a cui hanno servito la pietanza avvelenata…
Tante “sane” (si fa per dire) aspettative naufragate, anche in
questo caso, per colpa della crisi, tanti progetti soffocati nella
culla! Così tanti erano i progetti che a
ogni programmazione si spostavano e cambiavano
(tranne, naturalmente, il palazzetto dello sport, del quale non c’è
traccia): una vera e propria giostra di progetti, ma che dico
progetti, di titoli! Sì, perché oltre alla nomenclatura, in
concreto, alla fine non si è mai visto niente di niente. Ah,
giusto: dimenticavamo la “mezza
rotatoria” di via Gorghizzolo,
che sarà destinata a passare agli annali dei Lavori pubblici come
fulgido esempio del genio italico e carrarese!
Arriviamo
così alla sceneggiata di fine mandato della “crociata”
sulla fusione e sulle proprietà
salvifiche dei contributi straordinari che ne potrebbero derivare.
Probabilmente, il “crociato della fusione” neppure si rende conto
che la sua fanatica azione rappresenta l’ufficiale
autocertificazione del totale fallimento delle politiche di bilancio
che sarebbero dovute essergli affidate. L’affresco a tinte fosche
con cui dipinge la situazione, di fatto è solo il tentativo
di “scaricare il barile”,
verso lo Stato centrale, verso la Regione, verso il Patto di
stabilità e verso il destino cinico e baro, che ce l’ha proprio
con noi e penalizza le entrate. Ma ricordiamo anche il graduale
e inesorabile aumento delle aliquote delle imposte locali
e il margine minimo di un ulteriore possibile aumento (fatta salva,
naturalmente, la doverosa sommossa popolare che seguirebbe). Ne
consegue una domanda (retorica): se non ci fosse questa possibilità
della fusione, tanto patrocinata e enfatizzata, per salvare i
servizi, altrimenti a rischio, e coprire i costi delle necessità
emergenti, come farebbe fronte alle esigenze di bilancio, visto che
ha già munto a dovere la “vacca-cittadino” fino allo sfinimento?
O, meglio ancora: se non ci
fossero contributi straordinari, la patrocinata fusione sarebbe
altrettanto opportuna e/o
necessaria?
Possiamo
comunque notare che quella stessa improvvisazione che l’ha fatto da
padrona in questi anni si ripropone anche nelle ipotesi proposte:
ovvero, destinare i fantomatici contribti decennali alla copertura di
parti sostanziali della spesa corrente, cioè impegnare
risorse “a termine” in impegni strutturali
per coprire spese costanti e correnti: la tipica politica da “dopo
di noi il diluvio!”. “Tiriamo
a campare per un po’ di anni e poi, quando i finanzamenti
straordinari finiranno…
be’, noi non ci saremo più e chi ci sarà… pelerà la sua
gatta!” (teoria interessante,
peraltro già dichiarata e certificata pochi giorni or sono anche
dall’ospite sindaco di Quero Vas).
È
ovvio, quindi, dichiarare che questo bilancio di previsione è
invotabile.
Concludo,
però, con un auspicio e un augurio. L’auspicio è quello di un
cambiamento e un rinnovamento
veri
tra sessanta giorni. L’augurio a tutta la nostra comunità è
quello di poter avere finalmente, e di nuovo, un’amministrazione
con un progetto: concreto per
poter rispondere ai bisogni urgenti e immediati di molti, ma anche
con sufficiente respiro per ridare a tutti noi, cittadini carraresi,
la prospettiva di sviluppo che ci
compete e ci meritiamo.
Grazie.
Consiglio
comunale, 30 aprile 2015
Conto
consuntivo 2014
Dichiarazione
del consigliere Moreno Salvò
Presidente,
colleghi consiglieri,
stasera
davvero, finalmente, partecipiamo al termine
del doppio mandato
dell’amministrazione Vason. Siamo già in clima elettorale e tra
trentadue giorni abbiamo tutti la speranza che si possa aprire
una nuova stagione per la nostra
comunità.
Questa
mia è una dichiarazione che lascerà ai colleghi, se ne avranno la
volontà e ne sentiranno la necessità, la macabra analisi di qualche
numero contenuto nei documenti contabili nel vano tentativo di
trovare qualche pulce da cavare. Questo mio breve intervento, visto
che si analizza e si dovrà votare un consuntivo,
vuole essere una dichiarazione
solo politica, che, in quanto
tale, non attende né risposte né repliche. Tutto quello che
avevate da dire e, soprattutto, da fare di positivo per la nostra
comunità, non lo avete detto né fatto in cinque anni, mi verrebbe
da dire in dieci anni, e, ribadendo quanto già detto un mese fa, mi
sembrerebbe tardivo, stucchevole e del tutto fuori luogo aspettarsi
che il Bilancio di questo doppio mandato avesse più di qualche
misero aspetto positivo rispetto al gravoso deficit
che lascia in eredità alla prossima amministrazione.
In
chiusura del doppio mandato ricevuto dai cittadini il conto
consuntivo che lei chiude, egregio presidente, è
pesantemente negativo e la responsabilità è tutta vostra.
Magari con sfumature diverse, ma ognuno di voi, componenti il gruppo
di maggioranza consiliare, ne porta un pezzo sulle spalle, non
foss’altro che per l’inerzia con la quale avete lasciato navigare
la barca amministrativa a discapito dei nostri cittadini. Lei,
presidente, porta il peso più greve, perché lei
si è scelto gli assessori e su
di lei pesa la responsabilità
anche del funzionamento della Giunta e di quanto ognuno
dei suoi assessori ha gestito in questi anni
su suo mandato e delega.
Veniamo
al sodo. Farò solo alcuni esempi.
Nel
corso di questi anni siamo passati, ovviamente a nostro giudizio, dal
viaggiare a vista al viaggiare alla cieca
e ora lasciate la barca nelle secche. Il vostro programma
ammnistrativo è stato pressoché totalmente disconosciuto e non
attuato. La totale assenza di capacità di programmazione è il
vostro marchio di fabbrica.
Vi
siete trincerati, a ogni occasione di discussione su conti e bilanci,
dietro l’incertezza dei
finanziamenti statali e dietro
le pastoie dei vincoli del famigerato “Patto
di stabilità” per trovare la
scusante adatta per la vostra inconcludenza. Ovvio che io parli
della inconcludenza nel realizzare cose perché, invece, quando si
è trattato di far pareggiare i conti di bilancio siete sempre stati
molto efficienti. Non a caso vantiamo un buon record di presenze ai
piani alti delle classifiche provinciali che riguardano le tasse e le
imposte: aliquote IMU, TASI e
addizionale IRPEF ci hanno resi
famosi a largo raggio. Noi Carraresi siamo anche molto “ricicloni”,
ma, quando poi ci arrivano le fatture
sempre più salate, anno dopo
anno, ci accorgiamo che c’è anche chi, evidentemente, riesce a
fare utile con i nostri rifiuti e a metterlo da parte alla… nostra
salute!
Il
“Patto di stabilità” sarà, come dite voi, un grosso handicap,
ma lo è per tutti, o quasi, gli 8000 e più comuni italiani. Noi
pensiamo che il “Patto di
stabilità” sia uno strumento
e che, come tutti gli strumenti, debba essere conosciuto ed adoperato
per quello che è: potrà essere persino pessimo ma è con quello che
si ha a che fare.
Venirci
a dire che abbiamo quasi due milioni e mezzo in cassa ma che non è
stato possibile spenderli per colpa del “Patto di stabilità”
significa voler far passare da
fessi i cittadini. Diciamo
invece, molto semplicemente, quasi pacatamente, che se aveste
padroneggiato lo strumento e aveste avuto una programmazione non dico
ottimale, ma almeno decente, avreste potuto ottenere qualcosa di
utile per la comunità. Diteci: che senso ha avuto svendere
la farmacia di Terradura per poi mettere il denaro nel cassetto?
Avevamo suggerito di conservarla e migliorarne la gestione che
avrebbe potuto generare un utile annuo ma, niente, svenduta! Diteci:
che senso ha avuto supersvendere
il vecchio campo di calcio di Terradura
per poi non riuscire ad investire un centesimo nella frazione? Il
“sacco di Terradura”, potremmo chiamarlo, completato dalla misera
operazione para-urbanistica che ha ridotto lo spazio verde pubblico a
disposizione di tutti. Solo pochi esempi, ma potremmo continuare, di
risorse rastrellate e rese
improduttive, mentre
continuavate ad aumentare le tasse.
Egregio
presidente, la sua scelta dell’assessore al bilancio (e altro) è
stata la più azzeccata: sarebbe impossibile concepire un metodo più
scientifico per fare danni. Vogliamo sottolineare la qualità delle
relazioni intercorse con l’ULSS e il sensibile miglioramento (!)
dei servizi ai cittadini, esemplificato dalla scomparsa
dell’UTAP a Santo Stefano e
dalla perdita dell’ambulatorio
medico a Terradura? Vogliamo
accennare alla gestione delle relazioni con la scuola, con la vostra
pessima doppia scelta (prima con Battaglia e Galzignano e poi con
Cartura e San Pietro Viminario) che ci sta facendo correre
il rischio di rimanere, una volta di più, in mezzo al guado?
Verrebbe da definirvi, e quasi ce ne dispiace, avendo a che fare con
navigate persone con quarant’anni di esperienza politica,
“dilettanti allo sbaraglio”.
Ma,
poiché lo sfascio non era completo e non era ben realizzato, ecco
che ti inventano l’affaire
fusione: giusto perché, non
essendoci riusciti gradualmente, un po’ per volta, ’sto Comune di
Due Carrare lo possiamo sempre far sparire dalle carte geografiche
fondendolo con i “limitrofi”.
Geniali!
Geniali
e anche creativi: pensate che, probabilmente, siamo l’unico comune
d’Italia a poter vantare un
esemplare di “mezza rotatoria” inutile.
Sarebbe stata inutile e sicuramente non prioritaria se fosse stata
intera, pensate ora la “mezza rotatoria” quale servizio offrirà
ai nostri cittadini. Pensata per garantire maggiore sicurezza, a
vostro dire, costituisce ora un pericolo aggiuntivo: un vero
capolavoro, che affonda nel solco
dell’inconcludenza più totale,
tanto per fare solo un accenno alla conduzione dei lavori pubblici.
Siete
stati ottimi inauguratori: avete
inaugurato questa “Casa dei
Carraresi”, che avete trovato
pensata e progettata. Ci domandiamo come avrebbe potuto mai farne
senza l’assessore al sociale (unico, per altro, a aver sfruttato
bene le risorse a lui affidate) e che cosa si sarebbe inventato in
sostituzione. Avete inaugurato l’ambulatorio
multiplo di Santo Stefano, ma
non siete stati in grado di potenziarne i servizi anzi, siete
riusciti anche a diminuirli. Ma verrebbe da citare almeno la
batteria di loculi che, a
Terradura, attende un esito
dalla ricorrenza del 2 novembre; ma che saranno mai sei mesi di
fronte all’eternità? Ecco, mi sono appena smentito: siete anche
quelli che i lavori li iniziano, ma solo per farli vedere: poi li
piantate lì!
Vogliamo
parlare un attimo della situazione
dei nostri dipendenti comunali e
della situazione della nostra pianta organica? Solo un accenno:
dico, la carriera lavorativa di una persona ha un inizio ed ha una
fine. Solo voi non sapevate che alcune figure chiave del nostro
organico sarebbero andate in
pensione? Non vi è neppure
passata per l’anticamera del cervello la necessità di una
sostituzione adeguata? Avete idea di come sono costretti ad
affrontare questa tornata elettorale? Ma anche questo corrisponde al
vostro “modus administrandi”
(“quam ut administrare”)
sempre confermato: programmazione
zero!
Ribadisco
quanto detto un mese fa: apparite senza
prospettive positive e con
l’apertura mentale e temporale della famosa farfalla di Altan. In
questi anni, ci avete abbonati al cineforum
delle letture di slide
esplicative delle spese incomprimibili e dei tagli subiti, alla luce
dell’“avremmo voluto fare
questo e quello… ma non abbiamo potuto”:
dalla “giostra” di titoli (perché chiamarli progetti è
eccessivo, visto che della loro realizzazione non si è vista
l’ombra) alla “polpetta avvelenata” dei rapporti con la DEDA
srl servita insieme con l’assessorato all’urbanistica. Ma tanto
altro ci sarebbe da dire: l’abbandono
delle aree verdi e gli sfalci
sempre fuori tempo massimo, la manutenzione
delle strade da schifo, le
frazioni e le località abbandonate,
la mai compiuta sicurezza delle
nostre scuole, la mala gestione
degli spazi pubblici. Però
siete riusciti a trovare, nelle pieghe di un bilancio dove nulla può
essere compresso, settemila e
passa euro per mandare nelle case il “Bilancio di fine mandato”,
al solo scopo di farvi un po’ di propaganda a costo zero (per voi).
Concludo
e anche stavolta, per l’ultima volta, voglio rinnovare
il mio personale augurio alla nostra comunità
di poter avere finalmente, e di nuovo, un’Amministrazione con un
progetto: concreto per rispondere ai bisogni urgenti ed immediati di
molti, ma anche con sufficiente respiro per ridare a tutti noi,
cittadini carraresi, la prospettiva di sviluppo che ci compete e ci
meritiamo. Un’Amministrazione
onesta e responsabile, che dica
di voler fare ciò che sarà realmente in grado di fare,
un’Amministrazione che abbia sempre attenzione per ogni singolo
carrarese e per ogni famiglia carrarese e che la sappia
coniugare con l’interesse collettivo della Comunità.
Grazie.